La grande storia dei vigili del fuoco di Pavia
Per il 4 dicembre, giorno di Santa Barbara, raccontiamo una storia che parte da molto lontano, quella dei vigili del fuoco pavesi…
AIla fine del XVIII secolo a Pavia non esisteva un Corpo Pompieri e per la prevenzione degli incendi c’erano delle primitive macchine idrauliche portatili su carri e distribuite nei sei quartieri della città, con le due maggiori collocate in centro, presso il Broletto.
Per sostenere tale organizzazione era predisposto un piano per la manutenzione, l'esercizio e la conservazione delle macchine idrauliche, con a capo il macchinista Giuseppe Re.
Dopo il 1861 il Comune di Pavia decise, per ragioni economiche, di accorpare il Corpo dei Pompieri con il Corpo dei Sorveglianti Municipali, senza tener conto che sarebbero state necessarie distinte professionalità per accedere alle due qualifiche, poiché non si poteva essere contemporaneamente pompiere, guardia e sorvegliante.
Per combattere gli incendi, il Comune di Pavia deliberò nel 1869 il Regolamento Municipale sull’Edilizia e i Servizi Pubblici, dove si diceva che, in presenza di un incendio, bisognava avvisare al Corpo di Guardia dei pompieri presso il Civico Palazzo.
Nel caso di dubbi sulla verità dell'avviso, il Pompiere di guardia poteva trattenere chi aveva dato la notizia fino a una verifica effettuata.
Durante l'estinzione dell'incendio, l'Ingegnere Direttore o il Capo Pompiere poteva esigere l'opera di chiunque da affiancare alle persone impegnate nelle operazioni di spegnimento.
Nel 1871 il Consiglio Comunale di Pavia riorganizzò il Corpo dei Pompieri della città affidandogli l'incarico di fare funzionare le pompe per l'estinzione degli incendi e di dare soccorso a tutti i luoghi vittime del fuoco, tanto nel comune di Pavia, quanto negli altri comuni della provincia.
All'inizio del Novecento la Caserma dei Pompieri si provava in via Luigi Porta, nel cortile meridionale dell'ex convento di San Dalmazio e il corpo guardia e l'ufficio del comandante si trovavano di fronte alla chiesa dei Santi Giacomo e Filippo.
Il Corpo era composto da un comandante, un caposquadra, un macchinista di prima categoria, otto pompieri effettivi di prima categoria, due pompieri caposquadra di seconda categoria, un pompiere aiuto-macchinista di seconda categoria, sette pompieri di seconda categoria.
Oltre agli interventi legati al fuoco, i Pompieri erano impegnati in operazioni di recupero e salvataggio e di assistenza logistica, come l’essere di guardia alle ponticelle che, in occasione dello sgombero delle nevi, venivano postate lungo il Corso Vittorio Emanuele, oggi Strada Nuova, durante il deflusso dell'acqua della Roggia Carona.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'Amministrazione Provinciale decise di far costruire una nuova caserma, in quanto i Vigili del Fuoco erano ospitati in locali inadatti per le numerose incombenze che venivano demandate al Corpo antincendio.
Il 20 luglio 1950, con una suggestiva cerimonia e la benedizione di Carlo Allorio, Vescovo di Pavia, fu posta la prima pietra della nuova caserma che si trova all'estrema periferia nord-est della città, lungo viale Lodi, oggi viale Camillo Campari.
La nuova sede fu inaugurata nel 1951, con il castello di manovra a sette piani alto 30 metri e, in un giardinetto, la statua di Santa Barbara, opera dello scultore Filippo Tallone e fu istituita la Direzione Generale dei Servizi Antincendi che assunse il coordinamento dei Corpi Provinciali, numerati in ordine alfabetico.
Al Corpo Provinciale dei Vigili del Fuoco di Pavia è stato assegnato il numero 60 con il motto latino Per ignem virtus fulget, cioè Attraverso il fuoco brilla il valore.