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La famiglia Sacerdote, da Mede all’Olocausto

  • Paola Montonati

sacerdote famiglia mede foto paolaNella giornata della memoria, raccontiamo la storia di una famiglia medese che fu perseguitata negli anni del fascismo e che visse il dramma dei campi di sterminio nella Germania della Seconda Guerra Mondiale.

Camillo Sacerdote, nato a Mede il 18 novembre 1877, era il primogenito di Sabato e Levi Stellina, e con il passar degli anni divenne un noto commerciante di stoffe, infatti il suo negozio fu un punto fisso per più di cinquant’anni nel centro della cittadina lomellina.

Dal suo matrimonio con Rosina Segre, Camillo ebbe due figli, Sergio, nato a Mede il 25 dicembre 1901 e Sabato, nato a Milano il 17 maggio 1904.

In seguito Sabato Sacerdote divenne uno stimato negoziante di tessuti a Milano, dove lavorava assieme al padre e al fratello, ed era molto conosciuto dalle famiglie della buona borghesia milanese, anche negli anni difficili dell’ascesa di Mussolini al potere.

Con le leggi razziali del 1938 molti ebrei persero i loro beni e la stessa famiglia Sacerdote visse notevoli difficoltà economiche.

Diventato un perseguitato politico, Sabato si distinse, dopo 1'8 settembre 1943, nel fornire aiuti in denaro e vestiario alle prime unità partigiane, attive in Lombardia e tra le colline del Piemonte.

Sapendo di essere un costante bersaglio dell'odio nazifascista, Sabato cercò di eludere 1a sorveglianza speciale cui era sottoposto. rifugiandosi con la famiglia a Torino.

il destino dei Sacerdote 

Il 17 febbraio 1944 il giovane commerciante fu arrestato dalle SS con il padre e il fratello e un mese dopo vennero deportati in Germania, poi la stessa sorte toccò alla sua famiglia, la moglie Lea Ghiron e i figli Claudio e Estella.

Ma Camillo riuscì a mettere in salvo la moglie Rosa e Sergio fece altrettanto con la moglie e il figlio dodicenne. Aldo, che si rifugiarono a Sinio d'Alba, un paese delle Langhe, con la nonna, dove collaborarono con i partigiani locali.

Camillo Sacerdote venne ucciso il 10 ottobre 1944, poco dopo il suo arrivo ad Auschwitz, come i nipoti Claudio ed Estella.

Invece Sabato morì il 18 gennaio 1945, durante una delle marce della morte, e Sergio il 10 luglio 1944, mentre Lea fu uccisa pochi mesi dopo.

Nell'archivio comunale di Mede esiste una preziosa corrispondenza tra Rosa Segre, scomparsa nel 1974, e il sindaco Mario Barisio, amatissimo dalla comunità della citta lomellina, che racconta come il ricordo della famiglia medese fosse sempre vivo anche dopo il loro trasferimento a Milano.

 

Sabato, insieme al padre Camillo e al fratello Sergio. sono ricordati a Mede con una  via intestata a loro, testimonianza di una tragica pagina di storia da non dimenticare, come omaggio alla Comunità israelitica italiana per la persecuzione e nel 1994 e stata aggiunta una lapide, per onorare i coraggiosi medesi.

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