L'arte è emozione: Pablo Picasso Arlecchino allo specchio
Arlecchino allo specchio è un olio su tela realizzato da Picasso nel 1923, attualmente esposto al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.
Inizialmente si pensò che facesse parte di alcuni lavori che Picasso realizzò nel 1923, con diversi arlecchini seduti, che avevano come modello il pittore spagnolo Jacinto Salvadò.
In realtà il protagonista del dipinto è solo in parte Arlecchino, il cappello richiama la famosa maschera veneziana, ma ci sono altri due personaggi omaggiati nel quadro, il vestito ricorda i trapezisti del circo classico mentre il volto è quello di Pierrot, altra maschera molto amata da Picasso.
Lo specchio è uno dei simboli che svelano meglio questo connubio, ricordando proprio la maschera di Pierrot.
Arlecchino allo specchio è un quadro importante nell’opera di Picasso perché tocca un verticismo assai elevato sia nell’uso della prospettiva che della realizzazione del ritratto e soprattutto è con Il flauto di Pan, il lavoro più importante della ricerca classicista del pittore di Malaga.
E’ anche il suo ultimo passaggio nella ricerca dell’arte antica, infatti, con la fine del 1923 Picasso iniziò una nuova stagione pittorica, concentrandosi sulle nature morte e inaugurando così il cubismo curvilineo.
L’autore
Pablo Picasso nacque a Malaga, in Spagna, nel 1881 e a 15 anni si trasferì con la famiglia a Barcellona dove restò fino all'età di 24 anni.
Una grande influenza sul giovane Pablo venne dalla professione del padre, professore di disegno alla scuola di belle arti, che gli insegnò le nozioni tecniche fondamentali.
Avendo raggiunto il massimo grado di perfezione grazie al padre, il ragazzo acquistò una grande fiducia in se stesso, tanto da realizzare, non ancora quattordicenne, una mostra dei suoi lavori a La Coruña.
Nell’estate del 1900, non amando l'ambiente che lo circondava, Pablo decise di trasferirsi a Parigi dove frequentò assiduamente i quartieri di Montmartre e Montparnasse, con molti artisti allora attivi.
I dipinti di questo periodo sono cupi, freddi, sui toni del blu e del turchese e i soggetti appartengono alle categorie degli emarginati, dei poveri, creature sole e senza speranza.
Nel 1904 Picasso conobbe una ragazza della sua stessa età, Fernande Olivier, con la quale iniziò una lunga relazione durata fino al 1912 ed è lei che fu ritratta in molti dei quadri del periodo rosa, tra arlecchini, saltimbanchi, personaggi legati al mondo del circo.
In questo periodo il pittore sentì moltissimo l'influenza dell'arte africana, soprattutto della scultura e delle maschere tribali e Les Demoiselles d'Avignon, su 5 prostitute spagnole, è il quadro più significativo di questo periodo e porta al periodo cubista, dove le figure e gli oggetti vengono come frantumati in una miriade di punti di vista.
Dopo il periodo analitico Pablo avviò il cubismo sintetico, realizzato con l'introduzione nei quadri di lettere stampate, listelli di legno e altri oggetti in trompe l'œil attraverso collage e papiers collés, che vogliono rappresentare schegge di realtà integrati nel quadro.
Dopo la fine della prima guerra mondiale, il pittore avvertì l'esigenza di ritornare all'ordine e al classicismo, con opere che rimandano al Rinascimento italiano, per poi rivolgersi al surrealismo per trovare ispirazione, come si vede nel suo capolavoro Guernica, dedicato alla condanna di tutte le atrocità belliche, oggi al museo Reina Sofia di Madrid.
Gli ultimi lavori di Picasso furono la fusione di tutti gli stili conosciuti e sperimentati durante la sua vita, cui il pittore lavorò sempre, fino alla sua morte, avvenuta a Mougins l'8 aprile 1973.