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Il Club Alpino di Vigevano

  • Paola Montonati

logo caiCento anni di un club diventato uno dei simboli di Vigevano…

Fin dal 1921, anno della sua fondazione, la Sezione del Club Alpino di Vigevano ha portato avanti arrivando ai giorni nostri una comune passione per la montagna, promuovendo in ogni sua forma l’interesse per l’ambiente alpino in tutte le sue forme e contenuti.

Non vi è stato niente d’improvvisato dato che negli anni il filo conduttore è rimasto lo stesso, e intorno a questo si sono sviluppate tutte le attività che oggi la sezione può offrire, dall’alpinismo classico all’arrampicata libera, dall’escursionismo allo sci di fondo dallo sci alpino allo sci alpinismo.

In ogni periodo dell’anno i membri del club frequentano la montagna per scoprirne tutti gli aspetti, sempre diversi e affascinanti.

La Sezione del Club di Vigevano, con i suoi istruttori e accompagnatori di alpinismo, escursionismo e sci di fondo, è in grado di far conoscere e vivere il grandioso ambiente alpino in tutta sicurezza, forte di un’esperienza di montagna sempre vissuta con passione ed entusiasmo.

Inoltre la sede del gruppo in Via Bolsena, aperta martedì e giovedì dalle ventuno alle ventitre, ha una biblioteca ricca di oltre 500 volumi di montagna e di una completa documentazione cartografica, oltre ad essere il punto di altri importanti momenti d’incontro per tutti i Soci.

Per anni in montagna il gruppo ha avuto un punto di riferimento nel Rifugio Città di Vigevano, inaugurato il 6 luglio 1947 alla presenza del presidente della Sezione, Guido Saracco, del presidente generale del CAI e di diverse autorità civili e religiose tra le quali il Sindaco Bonomi e monsignor Silvio Molinari della Diocesi di Vigevano.

Si realizzava in questo modo il sogno degli alpinisti vigevanesi di avere un punto di appoggio sul monte Rosa, in una struttura che era quella dell’albergo Stolemberg, costruito nel 1914 e di proprietà della famiglia Grober.

L’atto di acquisto dell’edificio fu redatto il 22 dicembre 1946 per la somma di 3.800.000 di lire, con un notevole sacrificio finanziario sostenuto non solo dalla sezione ma anche da alcuni soci, che sottoscrissero delle carature del valore di 1000 lire.

La guerra era terminata da poco e lo spirito di gruppo dei soci, oltre all’entusiasmo e la collaborazione di tutti permisero di ristrutturare adeguatamente il rifugio.

Negli anni successivi l’immobile fu ampliato poiché il passaggio di escursionisti e alpinisti richiedeva una maggiore disponibilità di posti letto.

Il rifugio fu poi utilizzato come base per i corsi di Guide Alpine e per gli annuali accantonamenti a livello nazionale.

Con la costruzione degli impianti di risalita sia da Gressoney sia da Alagna il rifugio perse il suo valore strategico come porta di accesso al quattromila del gruppo del Rosa e negli ultimi anni, dopo il collegamento funiviario tra la valle del Lys con la Valsesia, fu un punto di riferimento soprattutto nella stagione invernale assumendo sempre più le funzioni di un alberghetto di alta montagna.

Nel 2002 fu stipulato un contratto d’affitto e di gestione con la sezione del Cai Varallo che provvide a una ristrutturazione in considerazione delle esigenze degli sciatori.

Ma le nuove leggi emanate a livello regionale in funzione della sicurezza e delle condizioni igieniche richieste per mantenere operante il rifugio richiedevano in breve tempo un impegno finanziario che la sezione di Vigevano non poteva permettersi e, nel caso di non adeguamento alle normative vigenti, c’era il pericolo di chiusura dell’immobile.

 

Così l’Assemblea dei Soci nel 2010 decise a grande maggioranza la cessione del rifugio a una società privata. 

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