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Il biliardino, un gioco da bar per tutte le stagioni

  • Paola Montonati

biliardinoSimbolo del mondo del bar di provincia, il calcio balilla o biliardino ha una storia molto complessa…

I racconti della famiglia Garlando, la casa costruttrice di calcio balilla che distribuisce in tutti i continenti, dicono che il biliardino fu ideato in Germania da Broto Wachter tra gli anni Venti e Trenta, per portare il gioco del pallone su un tavolo.

Contemporaneamente in Francia furono realizzati i primi tavoli rudimentali ad opera di Lucien Rosengart, operaio della Citroën.

Nel frattempo in Spagna Alejandro Finisterre costruì il biliardino in una versione più moderna, con l'utilizzo di omini sagomati e nel 1937 depositò il brevetto battendo sui tempi il tedesco. 

I primi tavoli vennero realizzati usando cassoni artigianali in legno per contenitore, e con aste e omini di legno, mentre le porte erano ricavate da fori sui cassoni con secchielli appesi o teli per raccogliere le palline.

Ogni tavolo aveva alcune imperfezioni, per cui giocare da un lato del tavolo o dall'altro comportava avere un giocatore senza testa o inclinato o si doveva giocare dal lato del tavolo in cui la maniglia

era grippata, dove, se mancava l'olio sulle aste, si provvedeva a lubrificarle con vino, birra o ciò che si aveva a portata di mano.

Il gioco prese subito piede, e con esso le produzioni di tavoli di buona qualità, che soppiantarono i primi rozzi modelli, poi Francia, Germania e Italia iniziarono la produzione di modelli più o meno standardizzati.

La Francia si fece notare per l'impiego di aste telescopiche, che non fuoriuscivano dal lato opposto al giocatore, poi l'Italia seguì presto i produttori d'oltralpe e la produzione crebbe notevolmente.
I primi esemplari italiani di biliardino videro la luce negli anni Quaranta, opera dell'artigiano Poggibonsi poi, alla fine della seconda guerra mondiale, i biliardini trovarono spazio nei centri per la riabilitazione psicomotoria dei reduci di guerra. 

Ma la vera e propria produzione industriale ha inizio solo negli anni Cinquanta, quando nel 1947 Marcel Zosso realizzò i primi calciobalilla in serie, denominati sportfoot, che furono al centro di vendite clamorose in tutta la nazione.

Nel 1949 Zosso decise di esportare il suo tavolo in Italia fondando una sede ad Alessandria, città collegata alla Francia via ferrovia, poi cominciò la produzione italiana avvalendosi dei detenuti del carcere di Alessandria per svolgere la manodopera.

Contemporaneamente, la famiglia Garlando si lanciò nel mercato e parallelamente al francese iniziò a produrre i calciobalilla che oggi sono famosi in tutto il mondo.

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