I Templari a Pavia
Una storia leggendaria e affascinante attraversa Pavia e il pavese.
Dopo la fine dell’impero crociato in Medio Oriente, molti degli ordini che vi avevano fatto fortuna, come i Cavalieri di Malta e i Templari, dovettero trasferire le loro sedi in Europa e Pavia, in pochi anni, divenne uno dei loro punti di riferimento nella Lombardia dei Comuni, che, in quel momento, stavano uscendo dallo scontro contro Federico Barbarossa.
Fino agli inizi del XIII secolo non si sa molto sulle attività dei Templari nel Pavese, almeno fino alla nomina come precettore del Tempio per Pavia di fra Morozzo de Piazzano, che dopo la sua morte fu sostituito da fra Enrico di Ponzone, che la resse fino al 1268.
In quel periodo i Templari di Pavia erano alleati al pontefice, tanto che nel 1289 il papa Niccolò IV condonò loro le decime da versare per circa tre anni.
Molti sono gli insediamenti che nelle valli e colline del Pavese ricordano ancora oggi i rapporti tra i monaci guerrieri e la popolazione locale, anche se di molti rimangono solo pochi resti.
Il primo che troviamo sulla nostra strada è l’ex monastero di Santa Maria, presso Torre de’ Torti, che venne fondato dove un tempo sorgeva un vecchio santuario celtico, che ha dato origine alle leggende locali su tesori perduti e riti satanici.
Più giù nella valle c’è la cascina del Frati, presso Zerbolò, un tempo dimora dell’ordine, mentre a Cava Manara la chiesa parrocchiale, che si trova presso l’incrocio delle valli fluviali del Ticino, secondo le tradizioni locali, era collegata da un passaggio segreto alla cascina di Zerbolò.
Ma è Pavia che, dalla chiesa di Santa Maria in Betlem presso Borgo Ticino fino alle chiese bianche di Sant’Abramo e Santa Maria di Giosafat, nasconde le principali basi del Templari nel cuore del Pavese.
Centro principale dell’Ordine a Pavia era la chiesa di San Giovanni delle Vigne, che si trovava dove oggi sorge il cimitero monumentale, mentre a San Donnino, dove oggi vediamo il Teatro Fraschini, vi era una casa templare, oltre alla casa madre dei Cavalieri della Croce.
Dopo la caduta dei Templari gran parte dei loro beni a Pavia venne amministrata dall’ordine degli Antoniani, nato agli inizi del Trecento e che aveva la sua sede presso Borgo Ticino.
Tra Pavia e Lodivecchio erano numerosissimi gli insediamenti Templari, oggi andati perduti, come il castello di Sant’Alessio e la Commenda di San Giovannino verso Trovamala, l’insediamento di Torre Bianca fu abbattuto per fare spazio a un’azienda agricola, mentre a Copiano si trovava l’ospizio del Cavalieri di Malta.
A Inverno il castello locale venne eretto come sede per l’ordine di Malta, mentre sulla strada in direzione di Cremona, presso Valle Salimbene, troviamo una chiesa templare del XII secolo e a Linarolo, erano posizionati un castello e un ospizio templari, oggi andati perduti.
Sulle colline dell’Oltrepò Pavese i borghi di Corvino San Quirico e Santa Giulietta erano sedi di commende templari, chiuse dopo lo scandalo del 1308 che avrebbe portato alla fine dell’ordine Templare non solo nel Pavese, ma in tutta l’Europa a causa di Filippo il Bello e del papa Clemente V, anche se l’inquisitore pavese Rinaldo da Concorezzo, non convinto delle accuse che gli erano state rivolte, prese la decisione di assolvere i Templari pavesi dopo un lungo e drammatico processo.