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I falò dell’Epifania: festa di mezz’inverno

  • Paola Montonati

pignarul 4 2Dopo Natale e Capodanno, ancora un ultimo appuntamento con la tradizione, quello con la notte dell’Epifania, nota per i famosi falò, una delle tradizioni più sentite dagli abitanti in Veneto e nel Friuli Occidentale, che si rifanno a un’antica usanza preromana risalente al V secolo a.C., conosciuta dall’antico popolo dei Veneti.

L’originario significato del falò, secondo la tradizione, era quello di evocare il ritorno del Sole sulla Terra, con il progressivo allungarsi delle giornate che parte con il solstizio d’inverno.

Nel Medioevo, durante l’opera d’integrazione nel cristianesimo delle liturgie pagane alle campagne venete, il rito del falò fu spostato alla notte dell’Epifania, per ricordare i Magi che portarono doni a Gesù appena nato.

La notte del falò era un momento d’incontro di tutta la comunità agricola, che sperava nel nuovo anno doni dalla terra più generosi di quelli passati.

Da qui partono una serie di riti che variano secondo i luoghi, come l’esame del carbone, il rogo della vecchia, per simboleggiare il tentativo di lasciarsi alle spalle l’anno passato, e l’osservazione della direzione del fumo “Se la falive la va a matina, tol su el saco e va a farina, se le falive le va a sera, de polenta pien caliera, se le falive le va a garbin tol su el caro e va al mulin” dice un detto veneto.

Se la direzione presa dal fumo era il nord o l’est, oppure il sud o l’ovest, c’era bisogno di pregare per il raccolto scarso, o preparare una pentola piena di polenta in previsione di un ricco raccolto.

Lo stesso proverbio ha un equivalente in friulano, come dimostrazione che il rito del falò e le liturgie a esso annesse hanno un’unica origine  “Se il fum al va a soreli a mont, cjape il sac e va pal mont. Se il fum al va a soreli jevât, cjape il sac e va al marcjât”.

Nel secolo scorso, quest’arte divinatoria era solo un gioco espresso in strofette scherzose, ma i più superstiziosi fanno molta attenzione alla direzione del fumo, quando esprimono i loro desideri raccolti davanti al falò.

Nel tempo poi, persi i significati originari, il falò rimase un momento d’incontro di tutta una comunità, simbolo dell’integrazione in un gruppo sociale, dove il singolo trovava protezione.

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