Grandi marchi, grandi aziende: Melegatti
Un nome simbolo di dolcezza….
La storia della Melegatti cominciò il 14 ottobre 1894, quando Domenico Melegatti ricevette il Certificato di Privativa Industriale dal Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio del Regno d’Italia per aver inventato il nome, la forma e la ricetta del pandoro.
Il pandoro s’ispirava a una tradizione veronese legata al Natale quando, la notte della Vigilia, le donne si riunivano nelle cucine delle corti venete per fare insieme il levà, un impasto di farina, latte e lieviti.
Domenico Melegatti partì dal levà e lo arricchì di burro e uova, eliminando ciò che riteneva controproducente per la lievitazione, come le mandorle e i granelli di zucchero sulla superficie.
Il pandoro all’inizio era un dolce per la domenica e i medici, all’inizio del secolo, lo consigliavano ai convalescenti e alle puerpere come alimento leggero e nutriente e successivamente, con il consumo di massa, divenne un simbolo del Natale.
Ma il grande successo del pandoro arrivò alla fine della Seconda guerra mondiale, mentre l’Italia da paese agricolo divenne una nazione industriale.
La Casa del Pandoro Melegatti fu trasformata in una società a responsabilità limitata e fu aperto il primo vero stabilimento industriale e, con la partecipazione a diverse fiere e manifestazioni in tutta l’Italia, il pandoro divenne conosciuto ovunque.
Negli anni Sessanta la produzione della Melegatti si automatizzò e il sistema distributivo si evolse, con l’arrivo del prodotto nei supermercati.
Dopo che nel 1974 uscì sui quotidiani la prima campagna pubblicitaria su scala nazionale, nel 1976 la Melegatti fece il suo debutto in tv e nel 1983 fu inaugurato un nuovo stabilimento a San Giovanni Lupatoto, mentre debuttavano le dolci colombe pasquali.
Nel 2016 la società entrò in una crisi economica dovuta a vari fattori, tra i quali la forte concorrenza da parte dell’azienda, anch'essa veronese, Bauli, e l'investimento oneroso per l'apertura di un nuovo stabilimento a San Martino Buon Albergo, vicino a Verona, che avrebbe dovuto rendere l'attività industriale della società meno stagionale attraverso la produzione di prodotti dolciari vendibili per tutto il periodo dell'anno.
Alla fine dell'ottobre 2017, non riuscendo a pagare i fornitori e i dipendenti, l'azienda chiuse tra le proteste dei dipendenti posti in cassa integrazione e Michele Turco, figlio di Giuseppe Turco, si offrì di riprendere il controllo della società.
Nel novembre dello stesso anno, grazie ai sei milioni di euro del fondo maltese Abalone, l'azienda riprese a produrre e i lavoratori ricevettero gli stipendi non percepiti da settembre.
Nonostante una campagna social per l'acquisto dei prodotti Melegatti con lo scopo di salvare il posto di lavoro dei dipendenti, il 12 dicembre la proprietà fermò la produzione e mise il personale in cassa integrazione, ma la settimana successiva fu ritirata vista l'alta richiesta dei consumatori e la preparazione delle colombe pasquali.
Il Gruppo Hausbrandt Trieste 1892 mise a garanzia della campagna di Pasqua un assegno da un milione di euro ed espresse la volontà di acquisire la proprietà dell’azienda, poi non resisi concreto.
Il 29 maggio 2018 il tribunale di Verona dichiarò il fallimento della storica società, a causa di debiti pregressi per circa 50 milioni di euro.
Dopo il fallimento l’azienda venne aggiudicata, il 28 settembre 2018, dal Tribunale di Verona per 13,5 milioni alla famiglia vicentina Spezzapria, che controlla Forgital Group e il 21 novembre, dopo la conclusione delle operazioni di cessione, riaprì lo storico stabilimento veronese della Melegatti.