Giuseppe Giacosa La signora di Challant
Pavia non è stata spesso lo sfondo del libretto di opere teatrali, pertanto ricordiamo con particolare piacere La signora di Challant, le cui tragiche vicende si svolgono tra Pavia e Milano.
Note biografiche:
Giuseppe Giacosa nacque a Colleretto Parella (oggi Collaretto Giacosa), nel Canavese, il 21 ottobre 1847, da una famiglia di giuristi originaria delle Langhe.
I suoi primi studi seguirono gli spostamenti della sua famiglia al seguito del padre, noto e stimato magistrato.
In seguito Giacosa si laureò in legge all’Università di Torino, ed entrò a far parte come praticante presso lo studio di avvocatura che il padre aveva aperto dopo essersi ritirato dal servizio.
Fin dai tempi dell’università dimostrò un forte interesse verso la poesia e il teatro, interesse che ben presto divenne la sua attività principale portandolo ad abbandonare la professione di avvocato.
Noto e amato sia per il suo carattere brillante che per la sua abile parlantina, Giacosa tra il 1870 e il 1904 scrisse venticinque opere teatrali, che furono rappresentate con enorme successo in tutto il mondo, spingendolo a continui viaggi in America e in tutta l’Europa.
Si occupò anche della stesura di libretti di opere liriche; soprattutto è da ricordare il lavoro compiuto assieme a Luigi Illica per Giacomo Puccini, con i libretti di La Boheme, Tosca e Madame Butterfly.
Tra i suoi amici vi furono illustri personalità come Eleonora Duse, Giosuè Carducci, Antonio Fogazzaro, Giovanni Verga e Edmondo Da Amicis.
Principalmente l’opera teatrale di Giacosa si può dividere in due grandi gruppi, quello delle commedie contemporanee, che analizzano in maniera molto efficace vizi e virtù dell’Italia di allora, con capolavori come Tristi amori, sulla crisi coniugale di una coppia torinese benestante che rientra solo per salvare le apparenze e Come le foglie, sul tracollo economico di una famiglia che è costretta a emigrare in Svizzera nella speranza di rifarsi una vita, ma la loro salvezza sarà l’affetto sincero della figlia Nennele che si innamorerà del ricco cugino Massimo, da sempre innamorato di lei e uno meno noto di drammi a sfondo storico, come Una partita a scacchi, sulla sfida, a scacchi e amorosa, tra il giovane paggio Fernando e la bella Iolanda, figlia di un solitario castellano, nella Valle D’Aosta del XIV secolo, Il fratello d’armi, ambientata nel Piemonte del 1270, narra l’amicizia tra Ugone e Valfrido, che sarà distrutta dal tragico triangolo d’amore tra quest’ultimo, Bona sorella di Ugone e la bella prigioniera Berta, e Il Conte Rosso, sulla drammatica vicenda umana e politica di Amedeo VII di Savoia, detto il Conte Rosso, che deve lottare contro nemici esterni e la sfrenata ambizione di potere della madre Bona.
Giacosa morì il 2 settembre 1906 per le conseguenze di una violenta crisi asmatica.
L’opera:
In La signora di Challant, dramma storico in cinque atti, Giacosa drammatizza la vicenda storica e umana di Bianca Maria Scappardone, contessa di Challant e sposa di Ermes Visconti, che venne decapitata nel 1526 nel cortile del castello Sforzesco di Milano per le sue responsabilità nella morte del conte di Masino, suo corteggiatore. L’opera fu rappresentata il 14 ottobre 1891 al Teatro Carignano con Eleonora Duse nel ruolo di Bianca, ma fu accolta con molte perplessità, dovute alla brutalità del soggetto e per la decisione di Giacosa di rinunciare alla versificazione tipica dei suoi primi drammi storici a favore di una prosa più vicina alle sue commedie piccole borghesi.
La vicenda si svolge nel 1527 tra Pavia e Milano. Il dramma inizia durante una festa nel convento di San Giacomo a Pavia, dove tra gli invitati è presente il conte di Gaiazzo. Questi alcuni mesi prima ha salvato una giovane donna dalle molestie di un gruppo di soldati spagnoli ricevendo in cambio un medaglione, e da allora Gaiazzo e alla sua ricerca. Ben presto il conte scopre che la dama è la contessa Bianca di Challant, donna bellissima e amante del gelosissimo Ardizzino Valperga. Quando si ritrovano i due, trascorrono una notte di passione ma subito dopo Bianca, rosa dal senso di colpa per essersi concessa a Gaiazzo che le aveva anche promesso di uccidere l’amante, mente ad Ardizzino facendogli credere di essere stata presa con la forza, suscitando quindi in questi il desiderio di uccidere Gaiazzo. Ma il capitano Luchino Crivelli, amico di Gaiazzo, lo mette in guardia sulla perfidia di Bianca. Questo fa in modo che il conte non solo sveli ad Ardizzino la rete d’inganni che sono stati tesi contro di loro, ma li porta anche a unire le proprie forze contro la vera responsabile di tutto questo, cioè Bianca. Inaspettatamente però quella stessa notte Don Pedro di Cardona, un ufficiale spagnolo invaghitosi di Bianca, uccide Ardizzino e ferisce Gaiazzo. La scoperta del crimine conduce all’arresto di Don Pedro e della stessa Bianca, come sua complice. Affascinata dal gesto di Don Pedro, Bianca decide di non fuggire per restare accanto a lui nella morte. Ma Don Pedro, grazie all’aiuto di suo fratello che lavora come ufficiale al castello, riesce a fuggire poco prima dell’esecuzione lasciando Bianca sola di fronte alla morte.