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Giorgio Errera, il professore di Pavia contro il fascismo

  • Paola Montonati

erreraQuando nell'ottobre 1931 Benito Mussolini chiese ai 1213 docenti delle Università italiane di prestare un giuramento, per formare cittadini devoti alla Patria e al Regime fascisti, dodici lo rifiutarono, tra questi c’era Giorgio Errera, ordinario di Chimica nell'Università di Pavia.

GIORGIO ERRERA: LA SUA VITA

Nato il 26 ottobre 1860 a Venezia da una famiglia ebrea di origine sefardita, Errera studiò alle Università di Padova e di Torino; fu preparatore chimico all'Istituto di Chimica di Torino, diretto da Marcello Fileti, poi conseguì la libera docenza in Chimica generale nel 1887.

Giorgio ottenne la sua prima cattedra all'Università di Messina del 1892 e vi rimase per 16 anni, fino a quando, durante il terremoto del 1908 che distrusse anche l’Istituto, perse la moglie, rimanendo lui stesso a lungo sotto le macerie.

Nel 1909 fu chiamato all'Università di Palermo, dove rimase fino al 1917, quando la Facoltà di Pavia lo chiamò a sostituire il professor Giuseppe Oddo.

ErreraPavia fu titolare di Chimica generale nella Facoltà di Scienze e incaricato di Chimica organica, oltre a contribuire alla Scuola di Chimica industriale, fondata nel periodo della prima guerra mondiale con il sostegno vari Enti locali e delle principali industrie pavesi, dalle Fonderie Necchi alla Società Mangini.

Presso l'Università di Palermo era un collega di Giovanni Gentile che, divenuto ministro della Pubblica istruzione, ritenne che il coraggioso professore fosse idoneo a gestire l’Università di Pavia e lo nominò rettore dell'Ateneo per il triennio 1923-26.

Ma Erresa non accettò la nomina e il 31 ottobre 1923 rettore dell’Università pavese divenne il professore Arrigo Solmi, che dopo tre anni fu sostituito da Ottorino Rossi.

Coerente con la sua posizione, Giorgio Errera fu il solo professore della Facoltà di Scienze dell'Università di Pavia a sottoscrivere l'antimanifesto redatto da Benedetto Croce in opposizione al Manifesto degli intellettuali fascisti, oltre allo storico dell'antichità Plinio Fraccaro, che fu il Rettore della ricostruzione dell’Università dopo la caduta del fascismo.

Arrigo Solmi, con il giurista Mario Rotondi, fu tra i professori che non prestarono giuramento nel 1931, perché era stato trasferito in un’altra università, dove il giuramento non era richiesto.

L'unico professore a Pavia che non volle giurare fu Giorgio Errera e come conseguenza fu collocato a riposo con la scusa dell’età e anzianità di servizio.

La sua facoltà non mancò di mandare un saluto al collega che lasciava l'insegnamento, ma il camerata Vinassa de Regny, geologo, professore e rettore dell'Università, trattenne il verbale e fece in modo che non fosse inviato a Errera.

Giorgio Errera morì a Torino il 1 dicembre 1933 e l'Università di Pavia gli ha dedicato una lapide, scoperta il 2 dicembre 1997, dove è definito un uomo saldo negli ideali di libertà civile e intellettuale.

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