Geltrude Von Le Fort, essere umani nella Storia
Una scrittrice che, nell’inquieto Novecento tedesco, cercò di trovare l’umanità nella piccola e grande Storia…
Gertrude von Le Fort nacque l’11 ottobre 1876 a Minden in Westfalia, primogenita di un ufficiale prussiano e questo le permise di studiare privatamente fino all'età di 14 anni in casa per poi intraprendere alcuni viaggi.
Studiò teologia evangelica, filosofia e storia, ma senza immatricolarsi poiché era priva del titolo statale per accedere all'Università.
Nel 1914 frequentò a Heidelberg un seminario del giovane Jaspers dedicato a Kierkegaard, che poi definì la tappa più importante e decisiva della sua vita.
Allieva prediletta del filosofo delle religioni Troeltsch, del quale nel 1925 curò la pubblicazione del saggio Dottrina della fede, la coltissima nobildonna tedesca e di confessione protestante abbracciò la fede cattolica durante un viaggio a Roma quando era alla soglia dei cinquant'anni.
Soltanto un anno prima della sua conversione, forse non a caso, la von Le Fort aveva pubblicato gli Inni alla Chiesa, versi solenni che della Chiesa cantavano nascita e natura, missione e santità, amore e destino, esaltandone l'eterna, universale e soprannaturale potenza ordinatrice.
Gertrude riconobbe alla Chiesa il fatto di aver raccolto e purificato in sé ogni pensiero e fermento religioso della storia millenaria del mondo, qualsiasi fosse stato il passato contesto dell'intera umana avventura, da Cristo in poi tutto è stato posto sotto il segno della redenzione del mondo.
Dopo la conversione scrisse molti romanzi, come La fontana di Roma (diviso in Il lino della Veronica, 1928, e La corona degli angeli, 1946), Il Papa del Ghetto (1930), su un’antica leggenda papale, Le nozze di Magdeburgo (1938), La donna eterna (1934), L'estasi di suor von Barby (1940), La Consolata (1947) e La figlia di Farinata (1950).
Per la forte tensione metafisica che pervade tutta la sua opera, per il rigore della ricostruzione storica che molto spesso le fa da sfondo, per il vigore dell'ideale cristiano cui questa s’ispira, nonché dei personaggi in cui s’incarna, oltre che per la profondità dell'analisi psicologica, Le Fort è una delle figure più interessanti della cultura cattolica tedesca del secolo scorso.
La sua opera narrativa più importante, L'ultima al patibolo (1931), su una vicenda di suore ghigliottinate durante la Rivoluzione francese, diede a Georges Bernanos lo spunto per I dialoghi delle carmelitane e la rese celebre in tutto il mondo e le sue pagine oggi sono accostate a quelle di grandi scrittori cattolici come Claudel, Bernanos, Mauriac, Dostoevskij e Péguy.
Prolifica e raffinata, Gertrude von Le Fort fu autrice di oltre venti libri, raccolte di poesie, romanzi e racconti che pare abbiano contato molto anche nella formazione culturale di Joseph Ratzinger e nel 1949 Hermann Hesse, insieme con Martin Buber, la propose per il premio Nobel.
La scrittrice morì il 1 novembre 1971 nella sua casa di Oberstdorf.