Enrico Mattei, creatore dell’Eni
Il 27 ottobre 1962 una misteriosa esplosione nei cieli di Bascapè, in provincia di Pavia, pose fine alla vita di un uomo che aveva dato una svolta cruciale all’economia italiana del secondo dopoguerra…
Enrico Mattei nacque il 29 aprile 1906 ad Acqualagna in provincia di Pesaro, da Antonio Mattei e Angela Galvani.
Nel 1919 il padre, brigadiere dei carabinieri, venne promosso maresciallo e la famiglia si trasferì a Matelica, in provincia di Macerata, dove Enrico frequentò la scuola tecnica inferiore.
Dopo una breve esperienza come verniciatore di letti di metallo, nel 1923 entrò come garzone alla conceria Fiore e, a vent'anni, divenne il direttore del laboratorio.
Nel 1929 Mattei si trasferì a Milano, dove aprì con la sorella e il fratello un piccolo laboratorio di oli emulsionanti per l'industria conciaria e tessile e nel 1934 fondò l'Industria Chimica Lombarda, con uno stabilimento in via Tartini, nella periferia industriale di Milano.
Il 25 luglio 1943, si unì, con Marcello Boldrini, economista dell’Università Cattolica, ai gruppi partigiani attivi sulle montagne circostanti Matelica e la Democrazia Cristiana locale che lo nominò, per le sue doti organizzative, comandante del Corpo volontari per la libertà.
Nei giorni successivi la fine della guerra civile in Italia, Mattei fu incaricato di liquidare e di provvedere alla privatizzazione della Agip, l’Azienda generale italiana petroli, costituita nel 1926 dallo Stato italiano per sviluppare una propria attività petrolifera.
Mattei scelse di realizzare un obiettivo che riteneva fondamentale, garantire al paese un'impresa energetica nazionale, per assicurare quanto serve ai bisogni delle famiglie e allo sviluppo della piccola e media impresa a prezzi più bassi rispetto a quelli degli oligopoli internazionali.
Raddoppiò la perforazione dei pozzi, sfruttò al meglio la ricerca mineraria nella Val Padana e scelse le alleanze necessarie all’interno del governo e dei partiti che lo sostennero per realizzare ciò che per il momento era solo nella sua mente.
Nel 1953 ci fu l'istituzione dell'Eni, dopo una lunga discussione tra chi sosteneva a oltranza l'iniziativa privata e quanti erano fautori di una forte presenza dello stato nell'economia.
È in quegli anni che Mattei ideò una rete di collaboratori capaci di muoversi sulla scena internazionale: questo diviene uno dei punti di forza che l’Eni, oltre gli interessi specifici, offrì all'azione diplomatica dell'Italia.
Il 27 ottobre 1962 l’aereo di Mattei, proveniente da Catania e diretto a Linate, precipitò a Bascapè in provincia di Pavia e, oltre al presidente dell’Eni, morirono il pilota Irnerio Bertuzzi e il giornalista americano William McHale.
Subito le autorità italiane cercarono di cancellare ogni ipotesi di attentato, nonostante le dichiarazioni di una coppia di contadini che sostenevano di aver sentito il rumore di un’esplosione, e preferirono supportare le tesi di un semplice incidente in volo.
Il giornalista Mauro de Mauro, che stava indagando sul legame tra la mafia e il delitto Mattei, scomparve in circostanze misteriose nel 1970, confermando l’ipotesi che la scomparsa del presidente dell’Eni non fosse dovuta a una disgrazia.
Solo nel 2005 si arrivò, dopo una lunga serie d’indagini partite dalle testimonianze di pentiti mafiosi, a confermare che Mattei fu ucciso, anche se i possibili mandanti sono ancora sconosciuti, forse legati alle Sette Sorelle, le sette grandi multinazionali del petrolio nate alla fine dell'Ottocento per opera di alcuni famosi petrolieri, o agli interessi politici italiani rivali di Mattei.