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Eduardo De Filippo, una vita per il teatro

  • Paola Montonati

eduardo defilippo 1 1024x623Grande commediografo e attore, Eduardo De Filippo per tutta la vita raccontò il mondo della Napoli del Novecento, sempre in bilico tra realismo e fantasia, degno simbolo della giornata del teatro.

Eduardo nacque il 24 maggio 1900 a Napoli, in via Giovanni Bausan, da Luisa De Filippo e Eduardo Scarpetta e il suo debutto avvenne a quattro anni al teatro Valle di Roma, nel coro della rappresentazione di un’operetta scritta dal padre.

A undici anni, per il carattere turbolento e per la scarsa propensione agli studi, fu messo nel collegio Chierchia di Napoli, ma due anni dopo, quando era al ginnasio, interruppe gli studi, per poi entrare nella compagnia di Vincenzo Scarpetta, nella quale recitò circa otto anni e fece di tutto, dal servo di scena, all'attrezzista, al suggeritore, al trovarobe, fino a quando nel 1920 non s'impose con il suo primo atto unico, Farmacia di turno.

Il suo impegno artistico era tale che durante il servizio militare Eduardo, nelle ore libere, andava in teatro a recitare, poi nel 1922 lasciò la compagnia di Vincenzo Scarpetta passando a quella di Francesco Corbinci, con il quale esordì al teatro Partenope con Surriento gentile di Enzo Lucio Murolo.

Nel 1922 scrisse Uomo e galantuomo, poi ritornò nella compagnia di Vincenzo Scarpetta nella quale rimase fino al 1930, ma lavorò anche in altre compagnie come quella di Michele Galdieri e di Cariniù Falconi e nel 1929 con lo pseudonimo di Tricot scrisse l'atto unico Sik Sik l'artefice magico.

De Filippo nel 1931 con la sorella Titina e il fratello Peppino formarono la compagnia del Teatro Umoristico, debuttando al teatro Kursaal il 25 dicembre con Natale in casa Cupiello, all'epoca solo un atto unico, poi diventato un classico del Novecento.

Il commediografo rimase a capo della sua compagnia fino al 1944 riscuotendo successi e consensi, diventando una vera e propria icona di Napoli, ma il suo piglio autoritario lo portò a scontrarsi con Peppino fino alla separazione.

Ormai solo, Eduardo fondò una nuova compagnia teatrale, Il Teatro di Eduardo e riportò a nuova vita il Teatro San Ferdinando di Napoli, facendone un laboratorio all'avanguardia per il teatro dialettale elevandolo a forma d'arte e attribuendo al napoletano la dignità di lingua ufficiale.

Tra le opere più significative di questo periodo ci sono Napoli milionaria!, Questi fantasmi! e Filumena Marturano.

Il successo di De Filippo crebbe grazie al cinema e alla televisione, per la quale reinterpretò tutte le commedie e divenne un'icona dell'arte della recitazione, con il suo volto, la voce e la proverbiale gestualità, ma s'intensificarono anche gli impegni nel sociale, in particolare per i minori rinchiusi negli istituti di pena e per la creazione a Napoli di un teatro stabile.

Eduardo ebbe moltissimi riconoscimenti ufficiali tra cui la nomina a Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana, il Premio Feltrinelli dell'Accademia dei Lincei di Roma, il Premio Pirandello, due lauree honoris causa alle Università di Birmingham e Roma e la nomina di senatore a vita nel 1981.

De Filippo morì il 31 ottobre 1984 nella clinica romana Villa Stuart, dove era stato ricoverato pochi giorni prima.

La camera ardente fu allestita al Senato e, dopo il saluto di oltre trentamila persone, Eduardo venne sepolto al cimitero del Verano e la sua eredità artistica è stata portata avanti egregiamente dal figlio Luca, scomparso nel 2015.

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