Don Enzo Boschetti, una vita per i pavesi
Il piccolo sacerdote che fece tanto per Pavia…
Enzo Boschetti nacque il 19 novembre 1929 a Costa De’ Nobili, un piccolo borgo del Pavese e da ragazzo frequentò l’Azione Cattolica.
Alcuni ritiri spirituali tenuti a Villa Sant’Cuore di Triuggio gli fecero nascere una sincera ricerca vocazionale, che culminò nel 1949 con la fuga nel convento dei Carmelitani Scalzi a Monza, dopo aver letto Storia di un’anima di Santa Teresa di Lisieux.
Per sette anni Enzo, con il nome di fra’ Giuliano, visse nel Carmelo Teresiano come semplice frate, lavorando per l’Ordine, poi nella primavera del 1956 fu inviato nella missione carmelitana del Kuwait.
In quella zona, arida e ai confini del deserto, nel giovane frate emerse la vocazione sacerdotale, ma le regole dell’Ordine non permettevano di passare dalla vocazione religiosa a quella sacerdotale.
Alla fine Enzo decise di uscire dall’Ordine religioso del Carmelo e iniziò la formazione al sacerdozio presso l’Opera Capelli.
Dopo essere stato ordinato sacerdote da Carlo Allorio, vescovo di Pavia, il 29 giugno 1962, don Enzo iniziò il suo ministero sacerdotale come coadiutore parrocchiale a Chignolo Po e, dal 1965, a Pavia presso la parrocchia del Santissimo Salvatore, dove si occupava della pastorale degli operai e dei nomadi.
Nel 1968 don Enzo avviò un lungo cammino di servizio e condivisione con i giovani che vivevano situazioni di disagio e di emarginazione, erano prevalentemente emigrati dal sud, lontano dalle famiglie e in cerca di lavoro.
Inizialmente li ospitò per la notte nell’oratorio di Viale Libertà a Pavia poi, grazie ad alcuni laici impegnati nell’Associazione Piccola Opera San Giuseppe, nel 1971 fu acquistata Casa Madre, la prima comunità.
Lo stile di vita che don Enzo proponeva era innovativo, caratterizzato dall’accoglienza immediata, dalla logica della prevenzione educativa e dalla responsabilizzazione dei giovani ospiti e anche nelle province di Lodi, Lecco e Biella nacquero alcune comunità, per combattere il dramma dei giovani con problemi di dipendenza e dei senzatetto.
Dal 1978 don Enzo fu anche una guida spirituale per i ragazzi e ragazze che, rispondendo alla chiamata di Dio, erano disposti a dedicare tutta la vita ai poveri.
Negli anni Ottanta la comunità si sviluppò notevolmente, e vennero creati laboratori per favorire la crescita anche lavorativa dei giovani accolti, oltre ai corsi scolastici.
L’11 febbraio 1992 il vescovo di Pavia Giovanni Volta riconobbe l’opera di don Enzo nell’ambito della chiesa locale come un’associazione privata di fedeli.
Don Enzo morì il 15 febbraio 1993 a Esine, a causa di un male incurabile, lontano da Pavia, dalla sua comunità e dai ragazzi per i quali aveva donato tutto se stesso.
Il 15 febbraio 2006, il vescovo di Pavia Giovanni Giudici, durante la celebrazione eucaristica per il XIII anniversario della sua morte, aprì ufficialmente la causa di beatificazione di don Enzo Boschetti.
Il 7 maggio 2010 la Congregazione ha emesso il Decreto di Validità sulla documentazione presentata che ne permette ora lo studio, aprendo la strada alla beatificazione del coraggioso sacerdote pavese.