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Bachi da seta nella Lomellina di Napoleone

  • Paola Montonati

bachi seta 1Le prime notizie sull’allevamento dei bachi da seta in Lomellina risalgono all’epoca di Ludovico il Moro, che aveva introdotto una coltura di gelsi presso il parco del Castello di Vigevano, detti dal popolino I muron, per le loro bacche nere e bianche.

Ma fu solo con l’arrivo di Napoleone nella Lomellina del primo ottocento e poi con la Restaurazione che la coltura dei bachi da seta divenne una delle più diffuse nei piccoli borghi che componevano il territorio lomellino in quegli anni.

Alla fine dell’Ottocento a Mede c’erano ben tre filande principali, la Ferrero, poi Beretta, la Pallestrini, poi Nava e infine Dessi e la Ceriana, che si trovava presso l’antico convento delle Suore di Santa Maria.

Nel 1870 le medesi che lavoravano presso le filande erano 250, numero che sarebbe aumentato negli anni Trenta del Novecento, con 350 filatrici presso la Ceriana.

Dotati d’impianti all’avanguardia, con filtri di carbone e vari impianti per la depurazione dell’acqua, le filande della Lomellina erano tra le più note della provincia pavese, grazie anche al fatto che vi si producevano i bozzoli.

Per sezionare i vari bozzoli, c’erano due ditte, la Brielli e la Correggiari, che dopo aver fatto nascere in stufe speciali i bachi, li distribuivano alle aziende coinvolte nella lavorazione della seta, mentre le crisalidi dei bachi venivano deposte su stuoie di carta di bigat, che le proteggeva dai raggi  del sole.

Ma tutte le famiglie contadine erano coinvolte nella lavorazione della seta, dalla raccolta dei bozzoli fino alla trasformazione del baco in una vera creatura, dove lavorava a un filo continuo di seta che si solidificava ora dopo ora fino alla fine del lavoro.

Molte delle ragazze che lavoravano in filanda erano assunte a soli dodici anni e spesso dopo il lungo lavoro avevano le mani arrossate per la fatica cui erano sottoposte.

Dopo la fine del lavoro, le varie matasse di seta erano vendute tra la Lombardia e il Piemonte dalle carovane di mercanti che, nel periodo della monda, si spostavano tra le due regioni in cerca di qualche buon affare.

La fine del mercato della seta in Lomellina coincise con la crisi del 1928 dell’industria serica, provocata dalla produzione della seta artificiale.

Nel 1935 a Mede chiuse la Ceriana, portando cosi alla fine di uno storico periodo per l’economia lomellina. 

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