Una mostra su Betto Lotti al Pirellone
Nella prestigiosa sede Spazio Eventi di Regione Lombardia, presso il Grattacielo Pirelli a Milano, si tiene dall'11 al 29 luglio la mostra Betto Lotti Paesaggi lombardi luoghi dello spirito, a cura di Daniele Lotti e Lauretta Scicchitano.
Nel ricco percorso espositivo è presentata tutta l'attività artistica del pittore e artista ligure Betto Lotti (1894 - 1977) attraverso settanta lavori, tra opere pittoriche, acquerelli, carboncini, incisioni, datati fra il 1911 e il 1973, che evidenzia come abbia privilegiato il tema del paesaggio e in particolare quelli della Lomellina e del Lago di Como, dove visse per anni.
La mostra si apre con una serie di opere realizzate fra il 1911 e 1914, prevalentemente a carboncino, oltre a Le anime (1913) unico dipinto a olio rimasto del periodo dove l'artista, che studiava a Firenze, strinse una forte amicizia con Ottone Rosai, con il quale al termine degli studi realizzò diverse esposizioni.
Lo spazio successivo è sull'attività incisoria, con temi e soggetti differenti, ma anche scene di vita quotidiana legata al lavoro come Nel cantiere (1918) o La Grande Fornace (1913) e situazioni disimpegnate come La Taverna (1913).
Accanto a questi lavori sono esposti bozzetti disegnati in trincea e durante la reclusione di Lotti nel campo di concentramento austriaco di Sigmundsheberg, nel corso della prima guerra mondiale.
La sezione seguente è riservata al primo dopoguerra, con il lavoro di Lotti come illustratore e cartellonista, con tante collaborazioni in Italia e all'estero.
Con rimandi al simbolismo e all'espressionismo sono La dame poussé par le vent (1925), l'illustrazione per la casa musicale Saporetti e Cappelli (1925) e Lotti Clown (1925) il poster che diede all’artista notorietà internazionale.
Il percorso prosegue con l’arrivo di Lotti in Lombardia, inizialmente a Stradella e poi a Como, di cui restano le prime testimonianze pittoriche su soggetti della realtà regionale, come gli acquerelli In risaia (1934), Lago di Como (1940) e Barche sul lago di Garda (1957) che ritornano anche nei disegni e nelle chine di quegli anni come in Cantieri a Milano (1952) e in La Portatrice (1961).
Ma il cuore dell'esposizione è la sala dedicata alle tele dei paesaggi lombardi tutte realizzate a olio, cariche di spiritualità e pervase da un'atmosfera malinconica, legata al ricordo di un passato vissuto in Liguria e in Toscana.
I quadri vedono una serie di pennellate morbide e sfumate, che descrivono una scena quotidiana, legata alla vita semplice e rurale come nella tela Le Mondine (1952), dove quattro donne sono colte nel loro lavoro nelle risaie.
L'essenzialità delle rappresentazioni, degli elementi architettonici e naturalistici, si vede in Rustici al sole (1957), Autunno (1962), Brianza (1963) e Periferia (1967) che mettono in luce gli stretti legami di Lotti con i maestri Carrà, Soffici, Rosai, De Pisis.
La mostra termina con una sezione legata ai lavori degli ultimi anni di Lotti, caratterizzati da una pittura influenzata dai canoni dell'astrattismo geometrico e dall'amicizia con il gruppo degli astrattisti comaschi e milanesi.
Accompagna l'esposizione, un ricco catalogo in italiano e inglese, con un saggio di Philippe Daverio.