Tre mostre per Regina Cassolo
Un’artista medese a Bergamo, poi a Parigi, al Centro Pompidou, e quindi nei Paesi Baschi, a Bilbao, uno dei paesi più belli della Spagna, un’eccellenza artistica da riscoprire.
Da mercoledì 28 aprile la Gamec di Bergamo proporrà la prima retrospettiva in un museo italiano dedicata all’artista medese Regina Cassolo Bracchi, in arte Regina (1894-1974), una delle figure più affascinanti del panorama artistico europeo del Novecento.
La mostra, a cura di Chiara Gatti e Lorenzo Giusti, è nata dall’acquisizione da parte della Gamec e del Centre Pompidou di Parigi di un importante nucleo di opere dell’artista per analizzare, dagli esordi negli anni Venti fino ai primi anni Settanta, la riflessione su una personalità unica, rimasta per anni ai margini della storia dell’arte del Novecento e riscoperta oggi com’era in realtà, una figura complessa, sperimentatrice, versatile e poetica.
Regina Cassolo, infatti, fu la prima donna dell’avanguardia italiana a dedicarsi interamente alla scultura, di cui rivisitò i linguaggi in una direzione audace e sperimentale, piegando la ricerca accademica e naturalistica all’uso di materiali inediti, come alluminio, filo di ferro, latta, stagno, carta vetrata, plexiglas, che divenne il mezzo di una continua indagine compositiva ed espressiva che abbracciò inizialmente il Futurismo e poi quelli del Movimento arte concreta, cui Regina si avvicinò nel 1951 grazie a Bruno Munari.
Duecentocinquanta opere tra sculture, mobiles, disegni, cartamodelli e taccuini, provenienti dalla Collezione-Archivio Gaetano e Zoe Fermani, da collezioni private e dal Museo di Mede Lomellina, che ha una parte significativa della sua produzione degli esordi, donata dal marito dopo la sua scomparsa, portano un percorso che si sviluppa per temi ed epoche, tra i contatti con i movimenti dell’avanguardia e le vicende biografiche, dal Ventennio al boom del dopoguerra.
Completano la mostra, una monografia, pubblicata da Gamec Books e Éditions du Centre Pompidou, con saggi di Christine Macel, Lorenzo Giusti, Chiara Gatti, Paolo Campiglio e Paolo Sacchini, concept grafico di Leonardo Sonnoli e Irene Bacchi, e un progetto fotografico di Delfino Sisto Legnani.
L’allestimento è a cura del designer Francesco Faccin, con il contributo speciale del Comune di Bergamo e al sostegno di Santini Cycling Wear.
Ma la Gamec di Bergamo ha avviato anche una collaborazione con il Centro Pompidou, che dal 5 maggio al 6 settembre esporrà diversi pezzi dell’artista medese in una mostra sulle donne e l’astrazione nel Ventesimo secolo, a cura di Christine Macel e Karolina Lewandowska e in autunno quel materiale passerà nei Paesi Baschi, al Guggenheim di Bilbao, con opere come Piccola italiana, Amante dell’aviatore, Aerosensibilità, Danzatrice, le varie Strutture in plexiglas e i Collage di carte velluto colorate rappresentano il vertice dell’opera di Regina Cassolo, che la Gamec aveva scoperto quattro anni fa per una collettiva sulle donne del futurismo.