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I violini di Stradivari. Dai leggendari segreti alle indagini scientifiche

  • Paola Montonati

18104 170 stradi620A Pavia si racconterà la storia di violini leggendari…

Da tre secoli il suono di uno Stradivari è associato alla perfezione, per molti, nessun altro violino potrà mai essere come gli strumenti costruiti dal liutaio cremonese Antonio Stradivari, e dalla sua famiglia.

Antonio Stradivari nacque a Cremona nel 1644, data desunta dalle etichette dei suoi strumenti, anche se alcune fonti indicano il 1649 o il 1650, da Alessandro Stradivari e Anna Moroni.

Divenne apprendista dal 1667 al 1679 dell'illustre liutaio Nicola Amati, ma ciò lo si desume per via della similitudine dei suoi strumenti con quelli del predecessore.

Nel 1680 Stradivari aprì la propria bottega in piazza San Domenico, dove costruì la maggior parte dei suoi strumenti, con l'aiuto dei figli Francesco e Omobono, e cominciò a mostrare la sua originalità modificando i modelli originali di Amati, migliorò la curvatura, uniformò lo spessore e l'inclinazione del legno e intensificò il colore della vernice.

Sapeva scegliere come pochi altri il legno da usare per i suoi strumenti e, secondo Simone Fernando Sacconi, uno tra i massimi liutai e restauratori del Novecento, per la preparazione dei legni Stradivari usava un composto di silicato, potassio e calcio.

I suoi strumenti sono identificati dall'iscrizione sul cartiglio: Antonius Stradivarius Cremonensis Faciebat Anno e si ritiene che i suoi migliori strumenti sarebbero stati costruiti dal 1698 al 1730, raggiungendo l'apice della manifattura nel quinquennio tra il 1725 e il 1730.

Dopo il 1730, molti strumenti portano la firma Sub Disciplina Stradivarii, probabilmente perché vennero costruiti dai suoi figli.

Oltre ai violini, Stradivari creò anche arpe, chitarre, viole, violoncelli, liuti e tiorbe, si stima oltre 1100 strumenti musicali in tutto, e circa 650 di questi strumenti sono ancora esistenti.

Antonio Stradivari morì il 18 dicembre 1737 a Cremona, e fu sepolto nella Basilica di San Domenico, che sorgeva nell'area degli attuali giardini pubblici di Piazza Roma, dove è posta una lastra tombale a ricordo del liutaio.

Ma quali sono i segreti che hanno reso questo strumenti così straordinari?

A questa domanda risponderà il professor Maurizio Licchelli nel corso della lezione I violini di Stradivari. Dai leggendari segreti alle indagini scientifiche che si terrà al Collegio Borromeo di Pavia, in modalità online, mercoledì 24 marzo alle 18.

Nel corso della lezione, Licchelli illustrerà alcuni dei risultati più significativi ottenuti grazie a questi studi, nel tentativo di svelare attraverso un approccio scientifico i segreti che hanno reso straordinari gli strumenti di Antonio Stradivari e che hanno contribuito a creare un'atmosfera leggendaria attorno alla sua figura e ai suoi manufatti.

Un violino storico infatti è un prezioso bene materiale e al contempo, grazie al suono che produce, un sublime bene intangibile.

Gli strumenti di Antonio Stradivari sono ovunque riconosciuti come capolavori per le loro caratteristiche estetiche e per quelle acustiche e, nel corso degli ultimi anni, il Laboratorio Arvedi di diagnostica non invasiva dell'Università di Pavia hanno avuto la possibilità di esaminare numerosi strumenti del grande liutaio cremonese.

Gli studi hanno consentito di verificarne lo stato di conservazione, a beneficio del Museo del Violino di Cremona e delle altre istituzioni con cui il Laboratorio di Pavia ha collaborato.

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