Skip to main content

Tomaso Buzzi a Pavia

  • Paola Montonati

buzzi 1Da venerdì 27 marzo fino a domenica 19 aprile lo spazio per le arti contemporanee del Broletto di Pavia, in concomitanza con la mostra Japan Now!, ospiterà la mostra Tokyo 1954 – Le carte giapponesi di Tomaso Buzzi, curata dal direttore della fondazione Sartirana Arte Giorgio Forni in collaborazione con il settore Cultura del Comune di Pavia.

Nato a Sondrio nel 1900 e deceduto a Rapallo nel 1981, Buzzi è stato uno dei maggiori architetti del secondo Novecento, con una forte attenzione anche alle arti della lavorazione del vetro e soprattutto del design, dove lasciò la sua impronta con lampade, orologi e mobili, fino ad arrivare alla lavorazione di pizzi antichi e ceramiche.

Dopo un periodo di fioritura artistica negli anni Trenta, nel periodo della seconda guerra mondiale e del dopoguerra l’architetto scelse di ritirarsi in un totale isolamento, allo scopo di dedicarsi alla progettazione di giardini e architetture all’avanguardia.

Nel 1956 Buzzi prese dimora nel convento della Scarzuola in Umbria, dove rimase fino al 1981, quando a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute, prese la decisione di trasferirsi a Rapallo, dove sarebbe morto pochi mesi dopo.

La mostra di Pavia fotografa uno degli interessi più curiosi dell’architetto lombardo, quello per il mondo dei lottatori di sumo e delle maschere giapponesi, con i loro segreti e rituali quasi sconosciuti al mondo occidentale.

Una passione nata nel 1954, quando Buzzi si era recato a Tokyo per la ristrutturazione dell’ambasciata italiana, semidistrutta dai bombardamenti degli alleati nella seconda guerra mondiale.

Durante il viaggio Buzzi iniziò a riprodurre su carta, con un segno del tratto nervoso e inquieto, i lottatori di sumo, con fisici possenti, ma al tempo stesso solenni e ieratici nelle loro pose plastiche, e il teatro Kabuki, che ha rappresentato la ricerca di una nuova identità per il popolo giapponese.

La mostra sarà aperta da giovedì alla domenica dalle 16 alle 19, chiusa il 5 aprile e aperta lunedì 6 aprile.

L’ingresso è libero. 

Pin It