Pavia nell’archivio fotografico Chiolini
Alle 11 di sabato 28 marzo, presso il secondo piano del Castello Visconteo di Pavia, sarà finalmente inaugurata, alla presenza del sindaco Massimo Depaoli, dell’assessore alla Cultura Giacomo Gaiazzo e dei rappresentanti della Fondazione Cariplo e della Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia Onlus, la sede definitiva dell’archivio fotografico Chiolini, dedicato alla vita e al lavoro di uno dei fotografi più amati della provincia pavese.
“E’ una grande soddisfazione per la nostra Amministrazione poter inaugurare uno spazio permanente nel quale ospitare l'archivio fotografico Chiolini, importantissimo patrimonio artistico e culturale della città e della sua memoria storica, che il Comune acquistò nel 2009 grazie al fondamentale contributo della Fondazione Cariplo, della Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia Onlus, dell'Unione Industriali della Provincia di Pavia. E’ come restituire alla città un vero e proprio pezzo della sua storia, oltretutto con la prestigiosa collocazione nel Castello Visconteo: grazie a chi ha reso possibile questo risultato” ha detto Galazzo.
Dichiarato nel 1996 bene di grande interesse storico e artritico e poi comprato nel 2009 dal Comune di Pavia con un contributo della Fondazione Cariplo, della Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia Onlus e dell'Unione Industriali della Provincia di Pavia, gli 880mila fototipi, adesso collocati dove un tempo si trovava l’azienda Chiolini, non sono solo un pezzo importante della storia della fotografia lombarda ed europea, ma anche il commosso resoconto di una Pavia ormai sparita nei corridoi della memoria.
Nato nel 1900 a Pavia, Guglielmo Chiolini per tutta la vita cercò di fissare nelle sue foto la Pavia non solo del centro storico, ma anche quella meno conosciuta delle borgate ai margini della città, oltre a coltivare una profonda passione per la pittura, tanto che nel 1921 partecipò al Salone di Londra, mentre nel 1925 vinse un premio con i Paesaggi d’Autunno a una mostra di Genova.
Solo nel 1926 il fotografo avviò con l’ottico Davide Turconi un laboratorio, che dapprima aveva la sua sede al numero 10 di via Volturno, per poi trasferirsi all’ultimo piano di palazzo Castelli in Corso Cavour e infine presso piazzale Ponte Ticino.
Col passar degli anni Chiolini si specializzò nel reportage, con il solo utilizzo della sua fedele Laika, che fu il suo punto di vista su di un mondo che stava cambiando, dalla fine degli anni Settanta fino alla morte, avvenuta nella sua Pavia nel 1991.