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Sagra delle ciliegie 2023 ad Abbiategrasso

  • Paola Montonati

ciliege sagra 2023Il Gruppo Alpini di Abbiategrasso, con il patrocinio del Comune, per il primo weekend di giugno propone la 31esima Sagra delle Ciliegie, che si terrà al Parco degli Alpini, in via Porcellini, sabato 3 e domenica 4 giugno.

Saranno molti i momenti previsti dall’evento, che avranno inizio alle 10 di sabato con l’apertura degli stand e la vendita delle ciliegie, proseguiranno alle 12.30 con il Rancio Alpino di gnocchi, salamelle, pesciolini fritti, patatine e polenta taragna, anche su prenotazione e nel pomeriggio con i giochi nel Parco con gonfiabili.

Le ciliege

Il nome della ciliegia deriva dal greco kérasos che poi ha originato l’italiano cerasa, il portoghese cereja, lo spagnolo cereza, il francese cerise e l’inglese cherry.

Per quanto riguarda le origini, Plinio il Vecchio racconta che venne importata dall’attuale Turchia a Roma nel 72 a.C. e da qui la coltivazione si diffuse in tutto l’impero.

Nel 1400 questo frutto ebbe l’onore di essere rappresentato in diversi quadri di soggetto sacro e di vantare anche un santo patrono, san Gerardo dei Tintori, la cui ricorrenza cade il 6 giugno.

Le ciliegie sono citate in poesie di Garcia Lorca e di Pablo Neruda, sono protagoniste di vari detti popolari, notissimo Una ciliegia tira l’altra e in Liguria c’è Magiu u porta l’asagiu, giügnu cerèije au pügnu.

Nel 1700 se ne diffuse la coltivazione in tutta Europa e nel 1933 ci fu la notizia della prima sagra dedicata alla ciliegia, svoltasi a Marostica.

Nella mitologia greca era la pianta sacra a Venere e i suoi frutti pare portino fortuna agli innamorati, in Sicilia si dice che le dichiarazioni d’amore fatte sotto un ciliegio saranno fortunate.

Le leggende Sassoni raccontano che gli alberi di ciliegio ospitino le divinità che proteggono i campi e in Finlandia dicono che il colore rosso del frutto sia il simbolo del peccato.

Nel folklore inglese pare che sognare un albero di ciliegie presagisca sfortuna, mentre a Oriente, in Cina rappresenta la bellezza femminile, in Giappone è il simbolo nazionale fornendo anche una spiegazione per il colore rosa dei suoi fiori, infatti, sembra che in origine fossero bianchi ma quando i samurai caduti in battaglia vennero sepolti sotto gli alberi di ciliegio i petali divennero rosa a causa del sangue dei guerrieri.

Si racconta anche che si debbano esprimere tre desideri la prima volta dell’anno che si mangino ciliegie, che piantare un ciliegio vicino a casa la preservi dagli eventi naturali avversi ma senza raccoglierne i rami fioriti per decorare la casa, poiché pare che ciò renda nullo l’effetto benefico.

La raccolta dei frutti avviene in prevalenza in giugno avendo l’accortezza di completare quella delle ciliegie precoci prima del giorno di San Giovanni perché dopo sono infestate da piccole larve bianche chiamate per questi Giovannini, ma ci sono varietà più tardive che maturano attorno alla metà di luglio.

La storia di Abbiategrasso 

Il nome di Abbiategrasso ha origini celtiche e latine, che attraverso le traslitterazioni portarono al nome attuale e potrebbe derivare dal celtico Abia, che vuol dire acqua, + atis, che è una desinenza toponomastica, per cui la traduzione sarebbe Luogo d'acqua, che corrisponde alle caratteristiche del territorio, dato che la città sorge vicino al Ticino e sulla cosiddetta Linea dei Fontanili, punto di incontro di tutti i corsi sotterranei della Pianura Padana.

In epoca romana il nome celtico fu  latinizzato probabilmente in Habiate, a cui fu aggiunto il titolo di Grassus, dovuto al fatto che il borgo si trovava in quella che era denominata la valle grassa, cioè quella  fertile, poi  i due nomi vennero uniti nell'attuale Abbiategrasso.

Abbiategrasso venne abitata dai Celti a partire dal VI secolo a.C., cui seguirono dal IV secolo le popolazioni galliche che provenivano da oltralpe.

Lo sviluppo maggiore si ebbe solo in epoca romana, soprattutto lungo la via mercantile  della Strada Mercatorum, oggi Strada Mercadante) che scorreva parallela al fiume Ticino.

Alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente il territorio della città subì le invasioni barbariche, con l'insediamento dei Longobardi, e successivamente, una serie di  razzie delle tribù ungare tra la fine del IX secolo e l'inizio del X secolo.

Nel 1034 Abbiategrasso era un possedimento dell'Arcivescovo di Milano, a cui si deve la costruzione del primo avamposto di difesa, distrutto nel 1162 dalle truppe di Federico Barbarossa.

Il borgo, che fino a quell'epoca si era sviluppato attorno alla Chiesa di San Pietro, fu poi esteso verso sud, dove nelle vicinanze dell'attuale Chiesa di Santa Maria Vecchia sorgeva un piccolo castello.

Negli anni successivi Abbiategrasso divenne parte dei domini del contado della città di Milano, governata dai Visconti, che iniziarono una serie di opere per fortificare il borgo e nel 1381 venne costruito il Castello Visconteo, collocato nel centro della città.

Con il XV secolo Abbiategrasso giocò un ruolo determinante nella presa del potere da parte di Francesco Sforza, che durante l'assedio di Milano, decise di accanirsi sulla città per attaccare indirettamente il capoluogo lombardo, deviando le acque che giungevano ai suoi mulini e privandola dei rifornimenti di grano.

Dopo la caduta del domino sforzesco Abbiategrasso fu parte della resistenza e della capitolazione del contingente francese contro l'avanzata dell'imperatore Carlo V, che entrò in città nel 1533 per raggiungere il Ducato di Milano, che passò sotto l'influenza spagnola.

Negli anni del Risorgimento Abbiategrasso fu luogo di incontro durante gli avvenimenti della Prima Guerra di Indipendenza Italiana, ricoprendo così un ruolo strategico per l'Unità d'Italia e in quel periodo la città cominciò la sua crescita grazie allo sviluppo industriale.

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