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Pavia Monasteri Imperiali. Un anno di indagini, scoperte e progetti

  • Paola Montonati

paviamonasteriimperiali 1Venerdì 27 aprile, dalle 9 alle 19, per la 50esima edizione della Settimana Agostiniana Pavese, il Comitato Pavia Città di Sant'Agostino, l'Associazione Piccolo Chiostro San Mauro, l'Associazione l'Italia Fenice e l'Università del Piemonte Orientale proporrà il convegno Pavia Monasteri Imperiali. Un anno di indagini, scoperte e progetti.

Gli studiosi spiegheranno i recenti sviluppi della ricerca interdisciplinare, coordinata dalla Professoressa Maria Teresa Mazzilli, del Comitato Pavia città di Sant'Agostino e dal Professore Saverio Lomartire dell'Università del Piemonte Orientale.

Nella mattinata si terrà la cerimonia di rideposizione delle ossa attribuite al re longobardo Liutprando nella Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro.

La prima chiesa imperiale di Pavia, per Paolo Diacono, fu edificata da re Liutprando accanto alla sua residenza privata ed era consacrata al Salvatore, successivamente fu intitolata a San Felice, quando nella chiesa fu posta la reliquia di questo Santo.

La chiesa è un edificio assai importante del VIII secolo, che segue il modello ravennate per il movimento delle arcate cieche sul fianco sud e sui resti dell’abside destra.

L’interno, che in origine era a tre navate, fu rimaneggiato e ridotto a una sola navata nel XV secolo e piu tardi nel XVI.

I restauri del 1935-36 hanno messo in luce gli avanzi delle transenne marmoree che suddividevano la chiesa in due parti.

Interessante, soprattutto per la pianta molto complessa, la cripta degli IX-X secoli con tracce di affreschi, e tre arche marmoree di stile bizantino, del XII secolo, contenenti reliquie di Santi.

L’interno della chiesa ha una serie di tele di notevole interesse, fra cui due dipinti del Magatti provenienti dalla soppressa chiesa della Colombina e quella di Sebastiano Ricci rappresentante San Giorgio, oggi nella parrocchiale di Villanterio.

Il monastero vicino alla chiesa, detto della Regina, fu fondato probabilmente dalla regina Ansa, consorte di re Desiderio (756-774) ed era soggetto al patronato regio, poi fu concesso da Ludovico II alla figlia Gisla con un diploma dell’851.

Nell’899 il complesso apparteneva alla regina Angilberga e, più tardi, alla casa di Sassonia poi, dove essere stato rifatto nel XIV secolo, il monastero fu ricostruito nel 1500, su un progetto dall’Amadeo o di un suo seguace, su ordine dell’abbadessa Andriola de Barrachis.

Un capitello dell’ala occidentale del chiostro oggi conserva l’iscrizione D. Andriola de Barrachis fecit fieri 1500.

Molto elegante, il chiostro è notevole per le colonne e i capitelli intagliati, le decorazioni in terracotta degli archi e i tondi fra le arcate, che contenevano in affresco immagini di Santi, mentre nel refettorio, si conservano affreschi quattrocenteschi opera sempre dell’abbadessa Andriola de Barrachis.

Il monastero, per tanti anni sede dell’Orfanotrofio, fu rifatto alla fine del XVIII secolo, in stile neoclassico, su progetto del marchese Malaspina e oggi ospita la facoltà di Economia e Commercio dell’Università.

Il Convegno si terrà nella Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro nella mattina e presso la Basilica di San Salvatore nel pomeriggio.

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