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Pavia: La Battaglia, il Futuro. Niente fu come prima

  • Paola Montonati

pavia battaglia futuro 1

Per ricordare i 490 anni della battaglia di Pavia, lo scontro che cambiò per sempre il mondo di interpretare la guerra nel Rinascimento, le sale dell’ala sud del Castello Visconteo di Pavia, dal 14 giugno al 15 novembre, presentano la mostra 1525-2015 Pavia, la Battaglia, il Futuro. Niente fu come prima.

La mostra è promossa dal Comune di Pavia con l'Associazione Pavia Città internazionale dei Saperi e della Fondazione Banca del Monte di Lombardia e organizzata dai Musei Civici di Pavia assieme a Villaggio Globale International e con la collaborazione del Museo di Capodimonte e dell'Università degli Studi di Pavia, della Bulgarian Academy of Sciences, dell’Aspen Institute Italia e dell’Associazione Parco Vecchio. Inoltre si sottolineano la curatela di Susanna Zatti, il direttore dei Musei Civici di Pavia, Luigi Casali esperto di storia militare e Virginio Cantoni del laboratorio di Computer Vison and Multimedia Laboratory dell'Università di Pavia e il patrocinio di Expo 2015, il tutto nell’ambito del progetto Experienza pavese.

Cuore della mostra è l'ultimo arazzo del ciclo degli arazzi fiamminghi sulla battaglia di Pavia, oggi conservato al Museo di Capodimonte, mentre gli altri sei sono riprodotti virtualmente, con una serie d’installazioni multimediali e tecnologie 3D, per vedere come accaddero le vicende di quel giorno ormai lontano, capire i protagonisti e le loro storie e vedere mode, abitudini del tempo e tecniche di combattimento, tra crudeltà, tragedie, eroismi e paure.

Nel grande arazzo, quasi 8 metri di lunghezza e 5 di altezza, ci sono la sortita degli assediati e la fuga degli Svizzeri che finirono per annegare nel Ticino, mentre sullo sfondo compare la Pavia del Cinquecento, che grazie al comandante Antonio de Leyva era riuscita a resistere all’assedio del re di Francia Francesco I fino a quel 24 febbraio 1525, giorno della battaglia, che vide la disfatta dei francesi e il trionfo degli spagnoli di Carlo V.

La scena raffigurata nell’arazzo vede la battaglia vicina alla fine, con l'esercito francese in rotta, mentre la cavalleria imperiale spinge i soldati verso le acque del Ticino, i civili usciti dai rifugi stanno riparandosi dentro le mura e al centro di tutto un cavaliere imperiale colpisce un fante svizzero con la lancia, come a simboleggiare l’esito di uno scontro che cambiò per sempre la geografia politica dell’Europa rinascimentale, spostando l’equilibrio del potere sul continente dalla Francia all’Austria degli Asburgo.

La mostra sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13.30 e dalle 17 alle 20. 

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