La Via Crucis 2022 a Vigevano
In attesa della Domenica delle Palme e della Santa Pasqua, Vigevano presenta, nella splendida cornice del Castello, la rappresentazione della Via Crucis.
Domenica 3 aprile, dalle 16, presso la Strada Coperta del Castello Sforzesco di Vigevano, gruppi di figuranti in abito storico medievale, accompagnati da Sbandieratori e Tamburini di Musici e Alfieri dell’onda Sforzesca Vigevano, e con la partecipazione straordinaria del gruppo Milites Templis Ticinensis, ripercorreranno le 14 stazioni che costituiscono la Via Dolorosa.
L’appuntamento è un tributo a una pratica religiosa molto sentita nel Medioevo, in modo particolare nei pellegrini che tornavano dalla Terra Santa, conosciuta oggi come la Via Crucis.
La storia della Via Crucis
La Via Crucis è una tradizione cristiana, dove sono rievocati gli ultimi attimi della vita di Gesù, dalla consegna della croce fino alla crocefissione.
Questa tradizione non nasce dagli eventi storici che riguardano Gesù Cristo, ma risale a 1300 anni fa, probabilmente su iniziativa dei vari ordini monastici, specie quello Domenicano e Francescano.
Alcuni fanno risalire la storia della Via Crucis alle visite di Maria, madre di Gesù, presso i luoghi della Passione a Gerusalemme, ma gli storici riconoscono l'inizio di questa specifica devozione a Francesco d'Assisi o alla tradizione francescana.
Originariamente la vera Via Crucis vedeva la necessità di recarsi materialmente in visita presso i luoghi dove Gesù aveva sofferto ed era stato messo a morte. Ma, poiché nel Medioevo un tale pellegrinaggio era impossibile per molti, la rappresentazione delle stazioni nelle chiese divenne un modo di portare idealmente a Gerusalemme ogni credente.
Le rappresentazioni dei vari episodi dolorosi accaduti lungo il percorso contribuivano a coinvolgere gli spettatori, grazie al sostegno dei pellegrini di ritorno dalla Terrasanta e dei Minori Francescani che, dal 1342, avevano la custodia dei Luoghi Santi di Palestina.
Inizialmente la Via Crucis si diffuse in Spagna nella prima metà del XVII secolo e fu istituita esclusivamente nelle chiese dei Minori Osservanti e Riformati e Clemente XII estese, nel 1731, la facoltà di istituire la Via Crucis anche nelle altre chiese mantenendo il privilegio della sua istituzione all’ordine francescano.
La collocazione delle stazioni all'interno della chiesa risponde a norme di simmetria ed equidistanza, poiché il corretto espletamento delle pratiche devozionali consentiva di acquisire le indulgenze concesse visitando i Luoghi Santi di Gerusalemme.
Oggi tutte le chiese cattoliche dispongono di una via dolorosa, dove il numero e i nomi delle stazioni cambiarono radicalmente in diverse occasioni nella storia della devozione, sebbene l'elenco corrente di quattordici stazioni sia universalmente accettato.
Nel lungo processo di formazione della Via Crucis sono da segnalare due elementi, come la fluttuazione della prima stazione e la varietà delle stazioni stesse.
Sull'inizio della Via Crucis, gli storici segnalano almeno quattro episodi differenti, scelti quale prima stazione, l'addio di Gesù a sua Madre, che non sembra aver avuto una larga diffusione, probabilmente a causa del problematico fondamento biblico, la lavanda dei piedi, che si situa nell'ambito dell'Ultima Cena e dell'istituzione dell'Eucaristia, attestata in alcune Via Crucis della seconda metà del secolo XVII, l'agonia del Getsemani; il giardino degli ulivi, dove Gesù, in estrema e amorosa obbedienza al Padre, decise di bere il calice della passione, che costituisce l'inizio di una Via Crucis del secolo XVII, comprendente solo sette stazioni, notevole per il suo rigore biblico, diffusa soprattutto dai religiosi della Compagnia di Gesù e la condanna di Gesù nel pretorio di Pilato, assai antica, che segna efficacemente l'inizio dell'ultimo tratto del cammino di dolore di Gesù, dal pretorio al Calvario.