Fons vitae al Castello Visconteo di Pavia
Per il programma dedicato al dialogo tra città e arte contemporanea, l’Assessorato alla Cultura di Pavia dal 9 ottobre al 6 gennaio 2022 organizzerà, presso il cortile del Castello Visconteo di Pavia, la mostra Fons vitae di Antonio Ievolella.
L’iniziativa, che s’inserisce nel più ampio contesto dell’Amministrazione persegue in ambito culturale e insieme urbanistico - ambientale con il progetto denominato Waterfront, dedicato alla valorizzazione di Pavia quale città d'acqua, si avvallerà della curatela di Virginia Baradel, Valerio Dehò e Andrea Del Guercio.
L’allestimento ha come motivo ispiratore l’acqua e i 30 otri di terracotta su strutture di ferro in sospensione nel cortile del Castello saranno dei veri e propri vasi, grembi che costituiscono la forma scelta dall’artista quale motivo ricorrente delle installazioni.
L’otre diventa in questo modo un simbolo che allude all’uomo e alla sua unicità e, in particolare, al monaco nel suo silenzioso isolamento, anche se all’interno di una dimensione collettiva.
Dopo la tappa della mostra Fons vitae alla Certosa di San Giacomo a Capri dall’ottobre 2020 all’aprile 2021, il Castello Visconteo, con le sue preziose stratificazioni culturali, materiali e immateriali, sarà un interlocutore speciale per un dialogo con l’opera di Antonio Ievolella che non mancherà di sorprendere.
Infatti l’artista per la mostra a Pavia sta lavorando a una grande installazione con 10 grandi scudi in metallo che racconteranno la storia della città, i suoi simboli e i grandi personaggi da Sant’Agostino a Leonardo.
Antonio Ievolella è nato a Benevento nel 1952 e, dopo gli studi al liceo artistico della sua città, frequenta l’Accademia di Belle Arti a Napoli, oltre a frequentare gli appuntamenti della galleria di Lucio Amelio, dove conosce i protagonisti delle principali tendenze artistiche internazionali.
Nel 1976 si reca a Milano per insegnare al liceo artistico di Milano per un periodo ricco di esperienze e di grandi amicizie, come quella col conterraneo Mimmo Paladino.
Due anni dopo Antonio si trasferisce al liceo artistico di Padova, città nella quale stabilisce residenza e studio ed è del 1987 la prima personale alla galleria Studio La Città di Verona da cui prende avvio un importante sodalizio con Hélène de Franchis che porterà le sue opere a una visibilità internazionale.
Nel 1988 partecipa alla mostra Undici artisti per Villa Domenica, curata da Virginia Baradel e in quello stesso anno Giovanni Carandente invita Ievolella alla XLIII Biennale di Venezia, dove presenta Trittico nella sezione Scultori ai Giardini curata da Andrea del Guercio, che organizza poco tempo dopo una personale dell’artista beneventano alla galleria Oddi Baglioni a Roma.
L’anno seguente Antonio partecipa a Materialmente: scultori degli anni Ottanta alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna.
Gli anni Novanta sono un periodo d’intensa attività, che si aprono con la mostra Viaggi - Antonio Ievolella/Hidetoshi Nagaswa allo Studio La Città e si chiudono con l’imponente complesso del cimitero di Rio di Ponte San Nicolò, ma c’è anche l’antologica Il Grande Carro a Padova, articolata in sette sculture di grandi dimensioni installate lungo i principali snodi della città, dove un elemento di Terre di magia viene donato al Parco Museo d’Arte Contemporanea dei Musei Civici agli Eremitani.
In seguito Edoardo Manzoni invita l’artista a partecipare all’esposizione Su Logu de s’Iscultura a Tortolì in Sardegna, dove l’opera Progetto di memoria manifesta un ulteriore sviluppo nei propositi monumentali del lavoro di Ievolella, che ha una naturale prosecuzione nel Parco d’Arte Contemporanea della Fondazione Rossini, con cui lo scultore stabilisce un rapporto di partnership, realizzando nel 2005 la mostra Itinerari nel parco di Monza.
Il suggestivo complesso I guardiani della dormiente è inaugurato nel 2004, ma il progetto nasce negli anni Novanta, grazie al dialogo instaurato con l’architetto Franco Biscossa, responsabile dell’opera architettonica per il rinnovamento del cimitero di Rio di Ponte San Nicolò.
Nell’estate del 2006 si svolge la personale dell’artista Materia Forma Luogo, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e curata da Tommaso Ferrillo a Castel dell’Ovo, scenografia unica per le sculture di Ievolella.
Del 2008 e 2009 sono le grandi fontane per una villa privata di Battaglia Terme e per la piazza di Voltabarozzo.
La gestazione dell’imponente opera Ghirbe, presentata nell’estate 2014 nella chiesa dell’Incoronata a Napoli e riproposta a Padova nell’antologica dello stesso anno, ha richiesto un lungo periodo d’ideazione, ripagato dalla grandiosità plastica e simbolica dell’installazione.
In seguito l’Università di Padova ha acquisito le Ghirbe e le ha collocate nella Cittadella dello Studente.
Alla Fornace Morandi a Padova, dal novembre 2018 al febbraio 2019, si è tenuta la mostra sul lavoro di Ievolella Occhi di luna, a cura di Virginia Baradel e Valerio Dehò.