Festa di Sant’Anna 2023 a Cilavegna
Dal 22 al 26 luglio a Cilavegna, nel cuore della Lomellina, torna la grande festa di Sant'Anna, dedicata all'unico santuario non mariano in tutta la zona, in quanto dedicato al culto della madre di Maria, che con il marito Gioacchino divenne poi la nonna di Gesù.
Il Santuario accoglie nel giorno 26 luglio una festa che celebra la Santa, unendo lo spirituale, con la grande messa cantata e la benedizione dei campi, ai festeggiamenti più popolareschi, come lo spettacolo pirotecnico serale.
Non mancheranno il banco di beneficenza e le bancarelle che venderanno oggettistica religiosa, in onore ad un culto che risale al Medioevo, quando la Lomellina era una terra ricca di castelli, cascine e chiese, sempre tra i campi coltivati e le grandiose risaie.
La storia di Cilavegna
Il nome di Cilavegna, come Cilavinnis si trova citato in un documento del X secolo e successivamente appare come Cilavegna e Celavegno, cioè cielo di Venere per l'amenità del luogo oppure deposito di vini o presso le vigne.
Dato che era vicino a Mortara e a Vigevano, città spesso contese per le loro imponenti rocche, Cilavegna fu soggetta per secoli a passaggi e devastazioni di truppe nemiche.
Nel diploma di Federico II dell'8 agosto 1164, fra le terre concesse a Pavia, risulta Cilavegna, compresa nel Comitato di pomello, che era il dominio feudale dei conti palatini, poi verrà rinnovata da Enrico VI nel 1191, Ottone I nel 1209 e da Federico II rispettivamente nel 1219, 1220 e 1230.
Il borgo è citato nell'elenco delle terre del contado di Pavia nel 1250 come parte della contea Lomellina del principato di Pavia.
Nel 1315 Pavia cadde in potere dei Visconti, che riorganizzarono il territorio in podesterie, i cui podestà venivano eletti dal principe, e Cilavegna fu sede di podesteria e nel 1355 i Diplomi di Carlo V confermarono il possesso di questi luoghi alla famiglia Beccarla e all'ultimo dei quali, Castellino, il duca Filippo Maria Visconti confiscò il feudo e lo passò a Francesco di Castelbarco che a sua volta, lo cedette ad Alberto Maletta, discendente dei conti palatini.
Quando nel 1395 Gian Galeazzo Maria Visconti fu nominato duca di Milano dall'imperatore, il contado pavese divenne una contea separata.
Nel 1447 la contea di Pavia passò agli Sforza e Cilavegna, comune della Lombardia, apparteneva alla provincia di Pavia, in Lomellina, occupando la zona della pianura lombarda ai confini con la provincia di Novara.
Cilavegna ha una fitta rete di canali e fossi, alimentati dai fontanili, dove i filari dei pioppi, le cascine, i campi e le risaie caratterizzano il paesaggio.
La popolazione fino alla metà del 1900 si dedicava prevalentemente all'agricoltura, poi l'insediamento di numerosi impianti industriali ha modificato completamente l'assetto economico del paese, anche per acquisire il nuovo ritmo della tradizione agricola scandito dai tempo di una natura che vede nella produzione dell'Asparago di Cilavegna, ortaggio coltivato nel terreno sabbioso.
L’asparago rosa di Cilavegna ha un sapore delicato e raffinato, che lascia un’impressione tenue e persistente, è molto tenero e si può tranquillamente consumare per intero.
I campi dove si coltiva l’asparago vengono chiamati aspargiaie ed il raccolto avviene da marzo a maggio.
Moltissime sono le ricette a base di asparagi della zona, come l’aspargiata, cioè degli asparagi lessi disposti sul piatto di portata con le punte rivolte al centro e cosparsi di burro fuso, tuorlo d’uovo e parmigiano.