Il Ragazzo di Campagna a Volpara
Il cinema è il grande protagonista a Volpara grazie a Malva Bogliotti e al suo OltrePop Festival e, tra le pellicole più attese, c’è quella di domenica 23 luglio alle 21.30: si tratta di un classico della risata italiana come Il Ragazzo di Campagna con Renato Pozzetto, del 1984.
La vicenda del film parte da Artemio (Renato Pozzetto) un contadino che vive a Borgo Tre Case, piccolo paese della campagna pavese, abitato in gran parte da anziani, e dove l'unico hobby dei cittadini è osservare il passaggio dei treni.
Artemio vive in una grande casa con la madre, che vorrebbe tanto vederlo sistemato con Maria Rosa (Sandra Ambrosini), l'unica ragazza del paese, innamorata, ma non ricambiata, di lui.
Ma al suo quarantesimo compleanno il protagonista si rende conto di non avere mai realmente vissuto una vita normale, di non essere mai uscito dal paese, e di non voler fare il contadino per il resto della sua vita, così decide quindi di lasciare tutto e di tentare la fortuna a Milano.
Arrivato in città, Artemio chiede aiuto al cugino Severino, trasferitosi a Milano anni prima, che gli offre ospitalità e lavoro, nascondendogli che in realtà è un ladro che entra ed esce di prigione e che, a sua insaputa, lo coinvolge in uno scippo ai danni di una ragazza.
Scoperta la verità, Artemio lascia la casa del cugino e decide di restituire la borsa alla proprietaria, Angela, una giovane e bella ragazza, impiegata in carriera presso una multinazionale.
Tra i due giovani comincia un'amicizia, e la ragazza trova ad Artemio un posto dove stare, presso un moderno monolocale in un residence.
Così Artemio si dedica alla ricerca di un lavoro, tenta di fare l'assicuratore, il metronotte, l'attore negli spot pubblicitari e l'accompagnatore per non vedenti, ma senza successo, alla fine si ritrova ogni volta senza occupazione e senza un soldo.
Con il passare del tempo Artemio si innamora di Angela e le chiede di sposarlo dopo una notte passata insieme, ma la ragazza rifiuta, dichiarandosi non adatta alla vita coniugale, considerandolo solo un disoccupato povero.
Sconvolto, Artemio tenta il suicidio buttandosi nel Naviglio, ma è salvato da un uomo che gli propone di lavorare per lui, vendendo droga ai ragazzi delle scuole.
Indignato, Artemio rifiuta e, ormai stanco della vita a Milano, inizia ad imprecare contro la città e i suoi abitanti.
Fermato dalla Polizia, il giovane è rimandato al suo paese, dove torna alla sua vita di contadino.
Un giorno Artemio riceve la visita di Angela, che lo informa che, malgrado tutto, è stato accettato in un colloquio di lavoro per diventare assicuratore e coglie l'occasione per dimostrarsi disponibile verso la sua vecchia proposta di nozze.
Ma Artemio, dopo il rifiuto da parte della ragazza di fermarsi da lui, decide di trascorrere la sua vita insieme all'unica donna che lo ha amato dall’inizio della storia per quello che è, cioè Maria Rosa e di vivere con lei per sempre "contadini e contenti".
L'arte e la cultura di Volpara
Il paese di Volpara è situato nell’alta collina dell’Oltrepò Pavese, nella valle del torrente Versa, fa parte della fascia montana della Comunità Montana Oltrepò Pavese.
Da vedere è il castello medioevale, un insediamento collinare, in posizione elevata e dominante alla sommità di un colle, che ha un struttura molto complessa, articolata su più corpi di fabbrica, con un muro di sostegno a guisa di bastione lungo il lato ovest.
Nella parte settentrionale del castello sono ancora riscontrabili alcune tracce della cinta muraria.
Si presume che il castello risalga all'XI secolo, in quanto è già citato in un documento del 1014, come donazione al Vescovo di Pavia, ma è stato assai rimaneggiato e trasformato.
Dell'originario fortilizio, circondato da un fossato naturale e munito di cinta fortificata, si conserva adesso solo l'aspetto compatto e inaccessibile nei lati sud e ovest, nonché l'impianto murario del basamento a scarpa.
Molto suggestivo è anche il Tempio del Moscato, dove al suo interno è allestito uno spazio per attività di promozione territoriale.
Realizzato pare nel XVII secolo, il Tempio del Moscato prese l’attuale denominazione nel 1999, quando, dopo che fu rilevato e restaurato, venne adibito ad attività di promozione turistica, dato che questa una zona d’eccellenza per la produzione del Moscato, vino celeberrimo.