Skip to main content

Convivium 2023 a Golferenzo

  • Paola Montonati

convivum 2023Una magica serata di mezz’estate, tra cibo e cultura, tra le colline ricche di storia e pregevoli vigneti….

Per la sera di lunedì 31 luglio una serie di raffinati piatti gourmet e vini pregiati tornano ad incontrarsi sullo sfondo del borgo più bello dell'Oltrepò Pavese.

Infatti tra le colline Golferenzo apre, ancora una volta, i suoi cortili più suggestivi all’interno del suoi palazzi per ospitare  i migliori ristoranti del territorio, che saranno pronti ad accogliere i turisti per gustare le loro eccellenze gastronomiche, accompagnate dai vini delle cantine dell'Oltrepò Pavese.

Ci saranno tavoli apparecchiati con cura, tovaglie bianche, calici scintillanti, candele ad illuminare le vie del borgo medievale, per una sera che darà il privilegio di cenare in una favola a Golferenzo, oltre ad un'esperienza di gusto senza paragoni.

L'arte di Golferenzo 

La storia di Golferenzo ha radici molto antiche, che affondano nelle origini dell’Oltrepò Pavese.

In epoca altomedievale il territorio di Golferenzo allora conosciuta come Gulferisi o Gulferixe fece  parte, fin dal periodo longobardo, degli antichi possedimenti dell’abbazia di San Colombano di Bobbio, fondata da San Colombano nel 614, assieme alle corti di Pecorara e Nibbiano, poi inserite nei possedimenti del grande feudo monastico imperiale bobbiese descritti nella carta di Wala, che era abate di Bobbio nell’833.

Ma Golferenzo è un nome di difficile interpretazione, infatti il Maragliano lo farebbe derivare dai termini celtici, goro, cioè territorio e, frin, cioè monte, e significherebbe paese montano, inoltre potrebbe essere stata fondata dai Celti assieme a  Fortunago.

Nell’ambito della parrocchia del paese cera un luogo detto Ferevige,in dialetto Frens, dall’antico tedesco fretaum, cioè nutriente, ricco, ed il latino fero, cioè porto, come lo segno Padre Capsoni lo nella sua carta Ager Laevorum,  riportata anche dal Vidari, che si domanda se il paese fosse il Rufenengo donato alla fine dell’Alto Medioevo da Ottone II al Monastero di San Salvatore di Pavia. Golferenzo fu poi uno dei paesi donati da Federico I ai Pavesi e confermato da Federico II.

Nel 1216 fu semidistrutto dall’invasione delle truppe dei Piacentini e dei Milanesi uniti contro i Pavesi, come accade anche a Soriasco.

Con il Rinascimento Golferenzo divenne un solo feudo con Volpara e Montecalvo, che fu acquistato dal Dottor Barnaba Belcredi , cui era stato venduto dal Magistrato di Milano seguendo gli ordini di Carlo II Re di Spagna e Duca di Milano del 10 aprile 1691, dopo la vendita del  feudo e di altri del dal Marchese Don Gaetano Dal Pozzo allo scopo di pagare i suoi numerosi debiti.

A Barnaba successe Antonio Belcredi che il 3 agosto 1701 ottenne l’intera giurisdizione col titolo di marchese di quei luoghi per se e per i suoi discenti, oltre che di condividerla con l’impero spagnolo, tra titoli, preminenze, regalie, redditi, omaggi ed entrate dei dazi del pane, del vino, carne, ed ebbe la facoltà di eleggere il pastore dalle tre comunità, il fisicale, l’attuario civile e criminale ed il bargello.

Il feudo possedeva in quegli anni molte terre e nel 1690 fu venduto alla potente famiglia dei Belcredi, a cui rimase in gran parte fino alla fine della Seconda guerra mondiale.

Da allora la storia di Golferenzo divenne prima quella del Risorgimento e in seguito dell’Italia moderna.

Non ci sono molti monumenti nel centro storico della cittadina, con l’eccezione della chiesa parrocchiale, intitolata a San Nicola di Bari e risalente agli inizi del XVII secolo.

Pin It