Torre de' Torti Tra fantasmi e storia
Tra i fiumi Po e Ticino si stende una zona ricca d’insediamenti abitati, spesso legati alla presenza dei cavalieri Templari.
A Torre de' Torti, frazione di Cava Manara dal 1872, c’è una grande cascina, un tempo convento, dedicato a Santa Maria, dipendente dal monastero di Santa Teodote in Pavia.
In questa zona, un tempo, si celebravano i riti dei Celti, infatti, pare vi sia stato trovato un pozzo pieno di ossa umane e questo ha portato alla nascita di molte leggende.
Una racconta che spesso dalle aperture del cascinale esca una palla infuocata che gira a lungo sui campi lì intorno, per poi raggiungere le rive del fiume, dove si svolge un combattimento tra i fantasmi di due cavalieri.
Si narra persino dell’esistenza di un tunnel sotterraneo, che parte dalle cantine del cascinale e arriva alla Cascina dei Frati e alla Cascina Caselle, entrambe nel territorio di Carbonara al Ticino, un tempo luogo di ristoro dei cavalieri Templari.
Altre leggende sussurrano di quattro cripte sotterranee, sovrapposte fra loro, che conducono, attraverso un passaggio segreto, a un oscuro pozzo.
Ma fonti storiche documentano che, nei primi secoli dopo Cristo, questo comune si chiamava solo Torre, poi nel Medioevo fu sotto la giurisdizione di Pavia e nel XIV secolo divenne dominio dei nobili Salimbeni che diedero il nome alla località.
Alla metà del Quattrocento i Visconti lo donarono come feudo agli Eustachi, e nel Seicento passò agli Olevano, che lo tennero fino al Settecento.
Dal 1723 al 1728 Torre de’ Torti fu al centro di una contesa tra il Regno di Sardegna, dato che faceva parte della Lomellina, e lo stato di Milano, poiché era dipendente dal pavese.
Solo grazie all’intervento di Inghilterra e Olanda il duca piemontese ottenne che oltre alla Lomellina gli fossero cedute anche le “terris infra Padum et Tanarum sitis”.
Fu solo con la sentenza del 27 giugno 1712 che Torre de’ Torti venne annessa al Regno di Sardegna.
Ma la controversia continuò per il fatto che già in passato il paese pagava le tasse come parte della provincia del Siccomario e, la provincia, che era annessa a Pavia, faceva parte dell’impero che, così pretendeva i suoi territori.
Con la Pace di Vienna del 18 novembre 1738 il piccolo comune fu finalmente e definitivamente aggregato al Piemonte.