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Galliate Nel cuore del Ticino

  • Paola Montonati

galliate 1Non lontana da Novara, a circa sette chilometri, Galliate, la città del grande Achille Varzi, accoglie il visitatore con il suo centro storico, arricchito da un grande Castello.

La cittadina ha origini celtiche, come indica il suffisso ate del toponimo e il suo nome comparve per la prima volta in un documento dell’840. 

Il primo nucleo abitativo era nella frazione Scaglia, dove nel 911, su concessione di re Berengario I, sorse un castello che aveva lo scopo di difendere gli abitanti dalle scorrerie dei barbari.

Nel 1057 è testimoniata l'esistenza di un secondo abitato, con relativo fortilizio, situato a est del borgo primigenio, detto Galliate Nuovo in una pergamena del 1092.

Alla fine dell'XI secolo le terre di Galliate erano divise tra due villaggi e due castelli legati a due vescovi, quello di Novara e il suo collega di Milano.

Nel 1154 Federico Barbarossa, nemico di Milano e alleato di Novara, distrusse Galliate Nuovo, poi nei secoli XIII e XIV Novara tentò di imporre la sua autorità sul Comune.

I rapporti con Milano diventarono sempre più forti, specialmente nel XIV secolo quando Galeazzo Visconti fortificò Galliate, poi nel Cinquecento il feudo passò dai Visconti agli Sforza e nel 1476 Galeazzo Maria Sforza fece edificare l'attuale castello.

Con la pace di Vienna del 1738 Galliate passò sotto il dominio dei Savoia e sotto Napoleone il paese venne assegnato al distretto di Novara.

Nel 1859, durante la seconda guerra d’indipendenza, Galliate ospitò il quartier generale di Vittorio Emanuele II in una casa del centro storico e a Villa Fortuna.

L'itinerario alla scoperta delle bellezze artistiche e architettoniche di Galliate parte dal castello, uno dei monumenti più importanti del territorio novarese e ricco di leggende.

Il castello sorse per volere di Galeazzo Maria Sforza nel 1476, dove c’era una fortezza viscontea e fu realizzato su un progetto degli architetti militari Ambrogio Ferrari e Danesio Mainerio.

Dopo la morte del duca, i lavori di costruzione si fermarono e furono ripresi nel 1496 da Ludovico il Moro che si avvalse del Ferrari per rendere la fortezza la sua residenza per le cacce ducali.

Nel 1532 divenne feudo del ramo Caravaggio degli Sforza, subendo nel corso del Seicento diverse trasformazioni, che però non ne mutarono le strutture fondamentali.

Dopo essere rimasto dalla fine del Settecento in uno stato di degrado, nel 1878 venne frazionato tra più proprietari e iniziarono gli interventi di restauro.

Malgrado tutte le vicende storiche, il castello ha conservato le sue caratteristiche essenziali e tutta la sua imponenza.

Agli angoli della rocca si elevano quattro torri che superano di cinque metri e mezzo i muri di cortina, accentuando l'aspetto dell'edificio, ci sono anche altre due torri sui lati maggiori a sud e a nord, contenenti le porte principali d'ingresso con le loro postierle, già munite di ponti levatoi e dei rivellini che servivano da battiponte.

Il muro di cortina del lato di ponente fu distrutto nel secolo XVII da una mina e ora è sostituito da un altro muro e da fabbricati moderni, tra cui spicca l'edificio in forme neogotiche con annessa torretta dell'inizio del Novecento.

galliate 2Visitando il castello al suo interno, si notano i mutamenti avvenuti nell'Ottocento, come il porticato in stile neorinascimentale e la sala ottocentesca diventata Aula Consiliare, e dove si svolgono durante l'anno varie manifestazioni culturali.

Si possono ammirare le quattro statue allegoriche dello scultore Crivelli e il soffitto riccamente decorato a medaglioni in stucco.

Nell'ala sud - occidentale, oggi la Biblioteca, sono visibili eleganti decorazioni pittoriche, ornamenti e affreschi dei secoli XVII-XIX che abbelliscono la Sala Rosa, la Sala degli Stucchi e la Sala degli Stemmi.

Presso la torre castellana a nord-est una sala del primo piano conserva una bella volta rinascimentale a ombrello decorata da affreschi con gli stemmi dei Visconti e degli Sforza.

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