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Viaggio nell’arte Romanica del Ticino alle porte di Pavia

  • Paola Montonati

ticino arte 1Il monaco benedettino borgognone Rodolfo il Glabro vissuto intorno all’anno Mille scrisse che “… ci si approssimava ormai al terzo anno del Millennio, quando ci si diede quasi in tutto il mondo, ma principalmente in Italia e nelle Gallie, a rinnovare le sacre basiliche … Era infatti come se il mondo, da se stesso scuotendosi, sbarazzatosi della sua antica età, si rivestisse di ogni dove di una bianca veste di chiese. Allora dunque i fedeli presero a mutare in meglio quasi tutte le chiese cattedrali, e anche quelle monastiche dedicate a diversi santi, e così le chiesette delle campagne”.

La produzione architettonica tra i secoli XI e XIII fu molto ricca a Pavia e nella sua provincia e, anche se i tesori più belli sono nella capitale del regno longobardo, anche nei paesi sulle rive del Ticino ci sono capolavori da riscoprire.

Nel punto in cui il Ticino si stacca dal lago Maggiore, a Sesto Calende, si trova la chiesa di San Donato, appartenuta a un monastero benedettino ora scomparso, fondato su ordine del vescovo di Pavia, dotandolo di beni che già appartenevano all’abbazia di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia.

La chiesa possiede tre navate: grande la centrale, più piccole e diseguali per larghezza, le laterali.

Sotto l’altare si trova la cripta composta da tre piccole navate con otto colonne di pietra e sul lato sinistro, si alza il campanile, anche questo dalla struttura molto semplice, ma non per questo meno affascinante.

Sempre nel comune di Sesto Calende c’è la chiesa dedicata ai Santi Cosma e Damiano, risalente al periodo preromanico, nata forse come cappella eretta da qualche famiglia franca o longobarda, e usata come mausoleo.

Ad Arsago Seprio si trova la basilica di San Vittore con il suo battistero.

La basilica è lunga una trentina di metri ed è costruita in grezzi conci alternati a pietre chiare di minori dimensioni, mentre l’interno è a capanna a tre navate, divise da colonne alternate a grossi pilastri.

Il grande battistero, anche questo in pietra chiara venata di azzurro, che assume colori fantastici al tramonto, è a pianta ottagonale con un tamburo a 16 lati della larghezza di dodici metri e un’altezza di più di sedici, con al centro la vasca battesimale ottagonale.

Addossato all’abside sinistra della chiesa si erge il possente campanile a base quadrangolare, simile a una torre di difesa.

ticino arte 2In piazza della Libertà a Gallarate si affaccia la chiesa di San Pietro, risalente al 1100, che è stata al centro di notevoli interventi per riportarlo alla struttura originaria, avendo subito numerosi rifacimenti nel corso dei secoli.

L’interno è a una sola navata, che termina con un’abside semicircolare, mentre la facciata è ingentilita da una lunga serie di archetti alternati da colonnine a tre archi.

Scendendo lungo la corrente del Ticino, sulla riva destra a Oleggio si trova la chiesa protoromanica di San Michele al centro del cimitero.

La facciata a capanna, rivolta a occidente, è suddivisa in spicchi sormontati da archetti pensili, mentre l’interno è a tre navate, divise da colonne senza basi e senza capitelli, e presenta tre bellissime absidi di struttura primitiva dalla straordinaria semplicità.

Sotto il presbiterio vi è la cripta dedicata a San Martino, costituita da tre piccole navate con sei pilastri.

A nord di Oleggio ad Agrate Conturbia si trova un rarissimo esemplare di battistero romanico di grande interesse storico-architettonico, dedicato a San Giovanni Battista e di fronte alla parrocchiale di San Vittore.

Le strutture murarie inferiori sono di forma ovoidale e sono costituite da pietre più rozzamente squadrate e ciottoli disposti a spina di pesce e vi è sovrapposta una struttura ottagonale, costituita da pietre meglio squadrate, relative verosimilmente ai secoli XI-XII. 

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