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Riti e miti di Calendimaggio

  • Paola Montonati

calendemaggio 1Per il mondo celtico i riti di rinnovamento, cominciati all'Equinozio di Primavera, proseguivano lungo tutto il periodo che precedeva la stagione calda, cosi alberi, fiori e sposi diventarono i protagonisti di riti di fertilità dalle origini antichissime.

Questi riti erano parte dei rituali di rigenerazione della comunità, del rinnovamento cosmico quando gli spiriti dovevano essere ricacciati nel loro mondo in modo che la vita tornasse a trionfare con la rigenerazione attraverso i riti arborei. 

Cosi l'albero era la relazione dell'umano col divino, espressa nel concetto ciclico di Vita, Morte e Vita racchiuso in un simbolo statico, perennemente uguale a se stesso. 

La chioma e le radici erano i legami tra la Terra e il Cielo, dove l'uomo recuperava l'antica relazione con i cicli cosmici essendo la sua vita da sempre legata a essi.

Questi riti arborei si tenevano in particolare a maggio, a cominciare dalla festa di Beltane, dove l'albero era il simbolo del culto e delle danze, dopo essere stato preso dal bosco e messo al centro del paese, per essere adornato di nastri e fiori, ma anche di salsicce, dolci, uova e altri cibi. 

Durante la festa ragazzi e ragazze danzavano intorno all’albero, simbolo delle nuove coppie pronte a propiziare unioni, come dimostrano i ramoscelli offerti dai ragazzi alle fanciulle in pegno d'amore e portati in processione da gruppi di questuanti che chiedevano cibi o dolciumi in cambio.

Un altro simbolo della festa erano le questue di maggio, che concludevano il periodo che si era aperto a Samhain e che era proseguito con l'Epifania, per portare rinnovamento e prosperità attraverso la processione di fanciulli, visti come intermediari tra le forze dei vivi e quelle dei morti.

Nell'astigiano, a Mongardino, erano le donne a compiere questo rito, passando casa per casa cantando una canzone, mentre una ragazza era vestita da regina ed era seguita dalle damigelle che avevano un pino ornato di nastri e un cestino dove mettere le uova o i doni ricevuti.

Un’altra caratteristica dei culti della fertilità erano i matrimoni sacri, che avvenivano quando il primo maggio nelle campagne si nominavano la Regina di Maggio, la Regina dei Fiori o spesso la Coppia Sacra, che erano il Re e la Regina che aprivano la processione insieme all'Albero di Maggio decorato.

Sostituti del Re e della Regina di Maggio poi divennero gli sposini, un bambino e una bambina di dodici anni che venivano scelti nel gruppo di giovani per aprire la processione.

Il matrimonio sacro derivava dalle antiche celebrazioni delle unioni tra il Dio e la Dea per rinnovare la vegetazione e l'annata produttiva, risalenti ai culti dell'Europa Antica del Neolitico e ancora attivi nei secoli antecedenti la nascita di Cristo.

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