La primula, primo fiore della bella stagione
Dal profumo dolcissimo, la primula, con i suoi petali violetti, gialli o rossi, segna l’arrivo della primavera e la fine del lungo inverno…
Appartiene alla famiglia della Primulaceae, con 465 specie erbacee talvolta annuali ma più spesso perenni, che sono alte da pochi centimetri fino a alcuni decimetri.
Il nome del genere deriva dal latino primis, cioè primo, che indica la comparsa precoce dei fiori appena finito l'inverno.
Proprio per questo la primula è un simbolo del nuovo inizio, ma anche della primavera e del rinnovamento che porta con sé.
L'interesse per queste piante risale fin dalle leggende del primo cristianesimo, dove la primula è nominata tra i fiori del Paradiso terrestre.
Il primo cenno storico alla primula compare nel 1101 in un elenco del trattato Regimen sanitatis Salerni, dove s’indicava con questo termine la primizia di primavera, una pianta che si racconta che potesse curare la paralisi, ma non è sicuro che la denominazione indicasse effettivamente la primula attuale.
Secondo Plinio, tisane e impiastri delle primule erano utili per combattere l'insonnia, i reumatismi, la paralisi e la gotta, mentre l'impiastro dei petali in viso era portentoso per le rughe.
Nel Medioevo si raccontava che le applicazioni esterne della pianta sul capo e sul petto potessero scacciare la malinconia e Santa Ildegarda di Bingen consigliava di portarla sul cuore poiché, a contatto con la pelle avrebbe raccolto il calore del sole di mezzogiorno.
Nella tradizione popolare di molti popoli la primula è considerata una pianta augurale, infatti, nel regione inglese del Sommerset è chiamata bunch of keys che significa mazzo di chiavi, un nome legato a una leggenda che racconta di quando San Pietro gettò dal cielo le chiavi del Paradiso che, cadute a terra, si trasformarono in primule.
Anche Shakespeare le cita nel dramma Racconto d'inverno chiamandole "pallide primule che muoiono nubili".
Nel 1884, Lord Randolph Churchill, membro della Camera dei Comuni inglese, adottò la primula come simbolo del Partito conservatore, chiamato appunto Primrose league.
Anche la regina Vittoria, quando ebbe in omaggio dal primo ministro Disraeli la corona delle Indie, per ricambiare gli donò un mazzolino di primule in segno di buona fortuna.
Secondo varie storie, dove ci sono dei prati di primule, sicuramente ci saranno anche delle fatine e per poterle vedere basta mangiare questo potente fiore.
Per questo motivo le primule vengono considerate magiche, poiché consentono di rendere l'invisibile visibile.
In una leggenda un uomo apprende che, toccando la roccia delle fate con un numero appropriato di primule, si aprirà la porta verso il loro mondo incantato ma, chi utilizza invece un numero errato e ingiusto di primule, rischia di andare in rovina.
A questo punto l'uomo si pone la domanda su quante primule bastano per conoscere il mondo fatato, ma non riesce a trovare la risposta.
Un’altra leggenda magica sulle primule è legata agli elfi, dove si racconta che le primule abbiano un ruolo di collegamento tra il mondo terrestre e il mondo della luce.
Pare che, proprio su un prato di primule gialle, sbocciò l'amore tra il re degli elfi e una giovane terrestre, moglie di un nobile re, che amava danzare tra i prati in una giornata soleggiante.
Da questo impossibile amore, si racconta che sia nata la guerra tra gli uomini e gli elfi, che continua ancora oggi.