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Grandi marchi, grandi aziende: Olivetti

  • Paola Montonati

olivetti logoMolto prima del computer…Un marchio simbolo della macchina da scrivere nel Novecento…

Nel 1908 l’ingegner Camillo Olivetti progettò la prima macchina per scrivere italiana, poi fabbricata su scala industriale ad Ivrea.

Il primo marchio, disegnato dallo stesso fondatore, raffigurava le lettere Ico, acronimo di Ingegner Camillo Olivetti.

A partire dal 1938 successe al fondatore il figlio Adriano che estese la produzione alle apparecchiature elettriche, con un contributo fondamentale alla rapida espansione aziendale e imprimendo lo stile che fece di Olivetti un esempio unico nella storia industriale italiana ed europea.

Infatti vennero chiamati a Ivrea pittori, designer e grafici d’avanguardia che intervennero nella progettazione dei nuovi modelli industriali e dell’immagine aziendale, come il pittore Schawinski, i designer Persico e Nizzoli, gli architetti Figini e Pollini, i grafici Munari e Veronesi.

In sintonia con una filosofia aziendale che poneva al centro della gestione la cura per il design e per la comunicazione visiva, per Olivetti il marchio, fattore centrale e decisivo del complesso sistema d’identificazione dell’azienda, divenne un valore altamente distintivo tanto da possedere una storia grafica di eccellenza.

Oltre all’acronimo Ico fu disegnato nel 1923 il primo logotìpo, disegnato dallo stesso fondatore, realizzato con carattere di derivazione floreale.

Nel 1934 il logotipo venne modificato da Xanti Schawinski, allievo al Bauhaus e collaboratore dello studio Boggeri, con l’uso del tutto minuscolo, all’avanguardia per l’epoca, derivato da quello dattilografico Pica e da una versione dell'Universal, progettato da Herbert Bayer nel 1928 alla Bauhaus.

Con il dopoguerra la produzione iniziò a differenziarsi con l'introduzione degli schedari Synthesis e con le macchine da calcolo e nel 1947 il logotipo fu riformulato da Marcello Nizzoli dilatando gli spazi tra le lettere e sostituito da un carattere che preferiva, alle rotondità, una rettificazione delle curve e l'eliminazione delle grazie.

Nel 1960 Giovanni Pintori progettò il logotipo ritoccando un carattere etrusco nerissimo, dove le lettere acquistarono una forza d'asta maggiore e gli spazi vennero ricalibrati in funzione di una nuova leggibilità.

Il nuovo logotipo nel 1971 fu disegnato dallo svizzero Walter Ballmer che riorganizzò le distanze e gli spessori definendo il disegno geometrico con il risultato di accentuare l’immagine di solidità dell’azienda e dare maggiore visibilità alla scritta, grazie anche a un lettering che aveva quasi la valenza di simbolo grafico.

Poi Hans von Klier, Clino Trini Castelli e Perry A. King realizzarono tra il 1971 e il 1977 i Sistemi d’identificazione, oggi comunemente noti come i Libri Rossi, dedicato a una precisa tematica, che aiutano a comprendere il ruolo e l’importanza dei singoli temi all’interno del progetto complessivo della Corporate Identity.

Nel 2009, in relazione ad un processo di riposizionamento dovuto all’accorpamento nel gruppo TIM, il marchio ebbe un restyling con l’isolamento della lettera O, che divenne protagonista della composizione e degli slogan pubblicitari.

 

Nel 2021 è stata presentata una nuova colorazione aziendale con il tricolore nazionale per evocare l’importanza del Made in Italy, con un segno in grado di essere immediatamente e universalmente riconoscibile in tutto il mondo e simbolo della storia industriale italiana. 

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