Weekend a Olevano Lomellina
L’Associazione Culturale Il Villaggio di Esteban di Mortara per domenica 9 luglio proporrà un momento di pubblico incontro e di festa, presso il Museo di Arti e Tradizione contadina di Olevano Lomellina, collocato in Via Uberto de' Olevano.
Tutto inizierà alle 11 con la visita guidata al museo, poi si terrà il pranzo con piatti della cucina tipica lomellina.
Nel pomeriggio è prevista una tavola rotonda sul tema della storia e della cultura tradizionale con la partecipazione del Dottor Stefano Tomiato, Direttore del Sistema Museale Lomellina Musei, nonché di esponenti dell'associazione Amici e volontari del Museo Contadino con cui si approfondirà il ruolo dei musei locali nel promuovere la conoscenza e la storia del territorio.
Si parlerà anche della via Francigena in Lomellina con Ermanno Gardinali, studioso di storia e tradizioni locali, infine ci sarà la presentazione del libro ll testamento dell'avvelenato. Musica, poesia, canti nella tradizione popolare lombarda e delle aree limitrofe alla presenza dell'autore Raffaele Nobile.
Durante la giornata ci saranno anche una serie di momenti di musica con Raffaele Nobile, Gandaranda con le percussioni africane di Malang Sadio e Aladji Kidiera e poi giochi tradizionali e altro ancora.
Il museo di Olevano, che raccoglie gli oggetti più significativi del mondo contadino lomellino dall’Ottocento agli anni sessanta del Novecento, si trova in un edificio rurale ristrutturato, un tempo adibito a stalla e fienile, di fronte al Castello Medievale.
La tradizione contadina lomellina ha le sue radici nella terra, per cui sono i ritmi della campagna e delle stagioni ad accompagnare il visitatore lungo il percorso espositivo articolato in cinque aree didattiche, il ciclo dei lavori in campagna, ambienti di vita domestica, antichi mestieri artigianali, ambientazione stalla e scuderia, esposizione mezzi agricoli pesanti.
Al primo piano il percorso di visita parete con la primavera, dedicata alla sistemazione del terreno, con gli attrezzi utilizzati per l’aratura, l’erpicatura e la semina del mais e del riso.
Proseguendo nel periodo estivo, quando il terreno dai suoi frutti, ci sono gli attrezzi usati per la fienagione, la monda, la mietitura, la trebbiatura e un angolo dedicato alla mondina forestiera.
L’estate sfuma nell’autunno con i lavori sull’aia, che erano molto meno faticosi di quelli nei campi, oltre ai primi raccolti che dovevano rinvigorire le stanche braccia dei lavoratori.
L’autunno e l’inverno erano i mesi dove la terra riposava, mentre il contadino si dedicava alla raccolta e taglio della legna, all’uccisione del maiale per fare i salami, all’imbottigliamento del vino.
A questi lavori stagionali sono affiancati alcuni mestieri tipici dell’artigianato rurale di fine Ottocento, come il falegname, il cardatore e il carradore.
Sempre al primo piano ci sono due spazi abitativi tipici dell’intimità domestica delle case contadine di un tempo: la cucina e la camera da letto, dove trova spazio anche un espositore con i semplici giocattoli con i quali si divertivano i bambini di una volta.
Al piano terra in una parte dell’ex-stalla sono esposti i finimenti del cavallo da tiro, del bue, della mucca e gli attrezzi usati dal maniscalco e dal mungitore, mentre all’esterno sotto il porticato si trovano i mezzi agricoli più grossi e pesanti tra cui la mietilega, la trebbiatrice e il selezionatore di sementi.