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Visita guidata alle aree dismesse dell’Ex Idroscalo e della piscina comunale

  • Paola Montonati

idroscalo visita 1Domenica 29 aprile a Pavia partiranno le visite guidate alle aree dismesse, con l'Idroscalo di Pavia e dell'ex piscina comunale di viale Resistenza, il ritrovo è alle 15 presso Via Lungo Ticino Sforza 51, per un viaggio tra le vicende e l'architettura di queste storiche strutture.

Le origini dell’Idroscalo di Pavia risalgono agli inizi degli anni Venti, quando la Società Italiana Servizi Aerei incaricò l’ingegnere Giuseppe Pagano Pogatschnig di progettare un servizio che collegasse gli idroscali di Torino e Trieste, facendo di Pavia una tappa intermedia per alcune operazioni di assistenza al volo.

Infatti, anche se da qualche anno Trieste era dotata di una base per i primi voli d’idroscivolanti in Italia e subito dopo Torino ne aveva aperta una seconda presso il Valentino, mancava una tappa intermedia per far riposare piloti e viaggiatori. La proposta venne subito accettata e nell’aprile 1925 fu aperto il cantiere per la costruzione dell’Idroscalo, che si trovava sulle rive del Ticino di fronte alle case del Borgo e a sud del Ponte Coperto.

Solo un anno dopo, il 1 aprile 1926, il primo aereo proveniente da Trieste, con quattro passeggeri e alcuni sacchi di posta, arrivava a Pavia, accolto da Benito Mussolini in persona con alcuni ministri e gerarchi, oltre ad una folla di curiosi. Dalla struttura maestosa, poggiata su una serie di pilastri alti circa sette metri, l’Idroscalo era uno dei primi esempi di architettura di stampo razionalista e fascista nella provincia di Pavia e aveva come numero civico il 51 del Lungo Ticino Sforza, la targhetta è ancora oggi visibile presso il muro esterno sul lato della strada.

Solitamente dopo la partenza da Torino, l’idrovolante faceva tappa a Pavia, per poi ripartire per Venezia e poi arrivare a Trieste per tornare il giorno dopo a Torino.

Fermarsi a Pavia era necessario per effettuare il rifornimento del carburante ed eseguire alcune verifiche tecniche, mentre ai passeggeri era permesso riposarsi grazie ad un delizioso ristorante e a un’ampia sala d’aspetto. Inoltre venivano offerte coperte e borse dell’acqua calda, oltre a tappi d’ovatta, per proteggere i passeggeri dal rumore del motore che si trovava al di sopra delle loro teste.

Fino alla fine degli anni Venti la tappa di Pavia fu importante per la comunicazione della maggior parte della Lombardia, tanto che persino Milano vi si collegò con alcune autocorriere. Con l’arrivo degli aeroporti terrestri, agli inizi degli anni Trenta, molti idroscali dovettero chiudere i battenti e tra questi vi fu anche Pavia.

Dopo un breve periodo in cui tra gli anni Cinquanta e Sessanta in cui ospitò varie attrezzature oltre a draghe e rimorchiatori che operavano sul Ticino, oggi l’Idroscalo versa in gravi condizioni di degrado e abbandono totali, nonostante negli ultimi anni ci siano stati alcuni progetti di recupero, tutti falliti miseramente.

La piscina comunale, edificata nel 1960, comprendeva due vasche natatorie e una zona per il verde, più i locali destinati al custode e quelli per gli spogliatori.

La gestione della struttura sportiva fu affidata al Comune tramite una convenzione che, scaduta nel 1996, venne rinnovata fino al 2015.

L'impianto con gli anni ebbe bisogno sempre maggiore di manutenzione, anche perché la struttura presentava criteri superati.

Nel 2003 il Comune comprò la piscina dal Coni, per intervenire in maniera radicale sulla struttura, poi negli ultimi anni la piscina venne aperta al pubblico solo nei mesi estivi, questo fino al 2009, anno della chiusura.

Il costo della visita guidata sarà di 4 euro ed è obbligatoria la prenotazione telefonando al numero 0382530150 o scrivendo a decumanoest@yahoo.it

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