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Vigevano ospita La Vergine delle Rocce di scuola Leonardesca

  • Paola Montonati

vergine rocce vigevano 1Per Natale nel Castello Sforzesco di Vigevano, torna Un capolavoro in Castello, il progetto ideato dai Musei Civici L. Barni nel giugno 2014 con la prima esposizione della tela di Francesco Hayez raffigurante la Regina di Cipro deposta dal trono di proprietà dell’Accademia Carrara di Bergamo.

La collaborazione con il famoso museo bergamasco ha condotto nel 2015, al prestito della tela di Giuseppe Pellizza da Volpedo Ricordo di un dolore, una delle opere più amate dell’artista e nel 2016 un omaggio al grande Giovanni Boldini con Ritratto di signora, proveniente dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza.

Ora Vigevano, nel periodo natalizio, propone un’opera splendida e inedita di ambito leonardesco, grazie alla collaborazione dell’Associazione culturale Amici di Palazzo Crespi di Vigevano, sponsor dell’iniziativa.

In una delle sale della Pinacoteca Civica Casimiro Ottone al primo piano delle scuderie ducali del Castello, dal 16 dicembre al 14 gennaio 2018, sarà esposta per la prima volta in assoluto una versione ritrovata della Vergine delle Rocce leonardesca realizzata per mano di uno dei suoi allievi, Marco D’Oggiono, con lo scopo di valorizzare le collezioni e i preziosi spazi nella città per cui Leonardo lavorò per anni su ordine dei duchi di Milano.

Oggi si conoscono due versioni della Vergine delle Rocce, quella conservata nel Louvre, e una seconda, più tarda, che si trova nella National Gallery di Londra.

La prima versione, del Louvre, venne nel periodo milanese di Leonardo su commissione della Confraternita dell'Immacolata Concezione, per la loro cappella nella chiesa di San Francesco Grande.

Ma una lunga controversia divise il pittore con la Confraternita, è si è giunti alla conclusione che la seconda versione fu realizzata per venire incontro alle diverse richieste dei committenti.

A corredo dell’esposizione ci sarà un catalogo a cura di Alberto Cottino e Simone Ferarri che illustra gli studi condotti sull’opera, la sua storia, i confronti con le versioni leonardesche di Londra e Parigi, fino all’attribuzione alla scuola di Marco D’Oggiono, con portano una datazione per la copia al 1520.

La mostra sarà aperta dal martedì al venerdì dalle 14 alle 17.30, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 18 ed è chiusa il 25, 26 e 31 dicembre e il 1 gennaio 2018.

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