Viaggio all’Abbazia di San Lanfranco
Domenica 15 gennaio i volontari della Onlus Amici di San Lanfranco riproporranno le visite guidate al complesso abbaziale di San Lanfranco a Pavia.
Sarà un viaggio alla scoperta di una delle più antiche basiliche di Pavia fondata dai monaci Benedettini, tra il chiostrino recentemente restaurato, opera giovanile dell'Amadeo, gli affreschi e l'arca marmorea di pregevole fattura.
Le prime fonti dicono che una chiesa dedicata al Santo Sepolcro era nella località della costa Fragonaria, nei pressi del piccolo centro di Santa Sofia, a ovest di Pavia.
Il Funus monasticum, un antico testo appartenuto al monastero di San Lanfranco, identificato con il codice 512 della Biblioteca Trivulziana, riporta come data di fondazione dell’abbazia il 1090.
La chiesa venne eretta vicino alla via di collegamento con Pavia, percorsa da viandanti e pellegrini che potevano trovare ristoro presso l’hospitium del monastero.
Il periodo forse più significativo della storia dell’abbazia coincide con gli anni di episcopato di Lanfranco Beccari che fu ospite di questo monastero in cui decise di trascorrere l'ultimo periodo della sua vita e dove venne sepolto in fama di santità.
Tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo numerose istituzioni monastiche pavesi accettarono il regime della commenda, ma nel caso di San Lanfranco ci fu una ripresa della vita del monastero.
Il marchese Pietro Pallavicini de' Scipione, nuovo commendatario, allontanò i monaci e promosse la ristrutturazione dell'intero convento, inoltre finanziò l'arca di San Lanfranco e la ricostruzione del presbiterio in forme rinascimentali.
Nel 1525 durante il conflitto tra Francesco I di Francia e l'imperatore Carlo V, il Monastero, che venne scelto da Francesco I come propria sede, fu teatro di scontri e subì i danni di un incendio.
Nel 1576 il monastero fu l’oggetto della visita apostolica di Angelo Peruzzi, su incarico del vescovo Ippolito De' Rossi; commendatario dell'abbazia era allora il cardinale Albani, che disse che la chiesa era in buone condizioni.
Dopo essere caduto in declino nel Seicento, il monastero fu al centro di una lunga lite tra i Vallombrosani e l'allora commendatario cardinale Zondadari per la definizione dei rispettivi oneri nella ristrutturazione.
Infatti le relazioni presentate nel giugno e nell'ottobre del 1745 rispettivamente da Giovanni Antonio Veneroni e da Antonio Ghisalberti proponevano di sopraelevare la copertura della navata e inserire un'armatura lignea tra le volte e il nuovo tetto.
Nel 1782 il procuratore e subeconomo Luigi Poggi fece demolire tre iati del chiostro piccolo e poco dopo venne soppresso il monastero, i cui beni passarono alla Confraternita dell'Ospedale San Matteo e nel settembre 1783 fu istituita la parrocchia.
Questo tuffo nel passato, allo scopo di conservare e tramandare le radici cristiane, inizierà alle 15.30 davanti alla Basilica, mentre la partecipazione è libera e gratuita.