Una mostra su Mario Pomilio a Pavia
Al Museo per la Storia dell'Università di Pavia, presso Corso Strada Nuova 65, fino al 12 giugno è da non perdere la mostra bio-bibliografica Immagini e segreti dall'officina letteraria di Mario Pomilio, curata da Nicoletta Trotta, su autografi, libri, fotografie e qualche cimelio dello scrittore, abruzzese di nascita ma napoletano d'adozione.
I materiali in mostra fanno parte del ricco archivio conservato dal Centro Manoscritti di Pavia, che testimonia in ogni dettaglio la vita di Mario Pomilio attraverso le varie fasi elaborative di tutte le opere dello scrittore.
Il visitatore può vedere, accanto alle prime edizioni dei suoi libri, i molti taccuini e agende su cui Pomilio scriveva i primi appunti, gli schemi progettuali e gli abbozzi dei suoi romanzi dal primo, L'uccello nella cupola (Bompiani 1954) vincitore del premio Marzotto per l' opera prima a La compromissione (Vallecchi 1965) vincitore del Premio Campiello 1965, da Il quinto Evangelio, vincitore di diversi premi nazionali e internazionali, a Il Natale del 1833 (Rusconi 1982) vincitore del Premio Strega 1983, fino all'ultima opera, Una lapide in via del Babuino (Rizzoli 1991) interrotta dalla morte, avvenuta il 3 aprile 1990.
Nelle teche ci sono anche la rete delle amicizie dello scrittore e i suoi rapporti culturali attraverso fotografie, lettere, libri della sua biblioteca tra cui alcuni con dedica di scrittori e poeti come Calvino, Rea, Gatto, Santucci, Flaiano, Ottieri e non mancano alcuni numeri della rivista militante Le ragioni narrative"cui Pomilio nel 1960 diede impulso al gruppo degli scrittori napoletani, Michele Prisco, Luigi Incoronato, Domenico Rea e Luigi Compagnone coi quali instaurò un lungo sodalizio intellettuale.
Mario Pomilio nacque a Orsogna, vicino a Chieti, il 14 gennaio 1921, da Tommaso, maestro elementare di Archi, e da Emma Di Lorenzo, genitori che ebbero un ruolo fondamentale nella sua carriera letteraria.
All’età di cinque anni, con i genitori e i fratelli Ernesto e Tina, si trasferì a Lanciano e poi ad Avezzano, dove fra il 1936 e il 1939 compì gli studi liceali con professori come Ferdinando Amiconi, Mario Gambarin, Emilio Felli e Giulio Butticci, che lottavano contro il fascismo.
Nel 1939 Pomilio entrò al collegio universitario della Scuola Normale Superiore di Pisa e, presso la facoltà di lettere, trovò nuovi maestri, come Luigi Russo, Guido Calogero, Delio Cantimori, Giovanni Macchia, che completarono la sua preparazione letteraria.
Richiamato alle armi, lo scrittore partì soldato di fanteria per la caserma dell’Aquila, poi tornò ad Avezzano l’8 settembre 1943, dove trovò la città assediata dai tedeschi, s’impegnò allora nella lotta clandestina fino alla fine della guerra.
Il primo romanzo di Pomilo, L’uccello nella cupola edito nel 1954 e vincitore del premio Marzotto, ha come protagonista un giovane prete in crisi dopo il suicidio di una parrocchiana, mentre Il testimone del 1956 è un noir ambientato a Parigi sul rapimento di un bambino.
A Napoli, con Michele Prisco, Luigi Compagnone, Domenico Rea e Luigi Incoronato, lo scrittore fondò la rivista culturale Le ragioni narrative, mentre fra il 1949 e il 1953 si dedicò al terzo romanzo, Il nuovo corso, uscito dapprima nella La Fiera letteraria nel 1957, e poi per Bompiani nel 1959, che richiamava, come una commedia nera, i moti di Ungheria del 1956, simbolo dell’eterna paura del nuovo.
Tra il 1951 e il 1957 Pomilio scrisse anche Il cimitero cinese, edito nel 1958 in rivista, e dopo più di un decennio in volume nel 1969 dove, nel rapporto di due giovani di nazionalità diversa, racconta le difficoltà delle generazioni sconvolte dalla guerra.
Nel 1965 uscì il quarto romanzo, La compromissione, vincitore del premio Campiello, il cui protagonista fa un profondo esame di coscienza sui compromessi intellettuali vissuti, un’idea che fu apprezzata sia da destra sia da sinistra.
Dopo il Concilio Vaticano II, Pomilio si dedicò a comporre il suo capolavoro, Il quinto evangelio, fusione di saggio, racconto, documenti, lettere, versetti, sulle tracce di un quinto evangelio, di cui a Colonia un soldato americano, Peter Bergin, trova nel 1945 alcuni frammenti, dedicando la sua vita alla ricerca del testo che diviene il filo rosso della narrazione e una lunga attesa di nuove rivelazioni.
L’opera termina con una pièce teatrale sulla Passione di Cristo, che fu messa in scena da Orazio Costa a San Miniato, con la compagnia dello Stabile dell’Aquila, nel settembre 1975.
In Il Natale del 1833 del 1983, che vinse il premio Strega e il premio Fiuggi, lo scrittore racconta il giorno della morte della moglie di Alessandro Manzoni, Enrichetta Blondel.
Ormai malato da tempo, Mario Pomilio morì nella sua casa di Napoli il 3 aprile 1990.
Orari: Lunedì: dalle 14.00 alle 17.00
Martedì: dalle 15.00 alle 18.00
Mercoledì: dalle 09.00 alle 12.00
Giovedì: dalle 15.00 alle 18.00
Venerdì: dalle 09.00 alle 13.00