Un sabato nella storia dell’Università di Pavia
Sabato 27 luglio il Museo per la Storia dell'Università di Pavia, in Corso Strada Nuova 65, sarà aperto dalle 15:30 alle 18:30, con una visita guidata alle 17, compresa nel prezzo del biglietto, alla collezione permanente e sulle grandi scoperte che videro la luce in Università.
Il Museo, con le sue collezioni legate alla storia della fisica e della medicina, nacque nella seconda metà del Settecento, quando l’Illuminismo coinvolse anche l’università di Pavia, sino allora quasi dimenticata dall’impero.
L’imperatrice Maria Teresa d’Austria e il figlio Giuseppe II s’impegnarono della rinascita e del rifiorire dell’antica Università promuovendo riforme di carattere didattico, scientifico, nonché un rinnovamento edilizio.
Dopo diversi tentativi, furono approvati dal Magistrato Generale degli Studi il Piano Didattico del 1771 e il Piano Scientifico del 1773 per disciplinare l’accesso degli studenti alle facoltà, la chiamata dei professori, oltre ad essere volti a eliminare gli insegnamenti superflui a favore di una didattica più sperimentale.
Per questo scopo furono progettate le strutture della biblioteca, del teatro anatomico, del Museo di storia naturale, del laboratorio di chimica e dei diversi gabinetti per l’insegnamento, dell’orto botanico, del gabinetto di fisica sperimentale e di anatomia.
L’attuale allestimento del museo, invece, nella sede della Facoltà di Medicina, adiacente all’antico Teatro anatomico intitolato ad Antonio Scarpa, risale agli anni Trenta.
Il Museo infatti fu creato nel 1932 per ospitare il materiale esposto nella mostra di cimeli allestita a Palazzo Botta per il primo centenario della morte di Scarpa, fondatore della Scuola Anatomica pavese.
La mostra, organizzata da Antonio Pensa, Presidente del IV Convegno della Società Italiana di Anatomia e titolare della cattedra di Anatomia Umana Normale, ebbe un grande successo di pubblico e di studio e gli oggetti esposti per l’occasione comprendevano gli scritti autografi, le opere a stampa, le preparazioni anatomiche dello stesso Scarpa e degli altri anatomici Rezia e Panizza, conservate nel Museo Anatomico.
Al nascente Museo arrivarono negli anni numerosi oggetti storici che erano stati restituiti all’Università dopo l’Esposizione di Storia della Scienza a Firenze, tra i quali diversi strumenti del Gabinetto di Fisica di Alessandro Volta, e le preparazioni su patologie vascolari e osteo-articolari conservate nell’ex Museo Porta, situato nei locali della Clinica Chirurgica del vecchio Ospedale San Matteo fino al trasferimento nella nuova sede del Policlinico.
Il Museo attuale fu inaugurato ufficialmente nel 1936 e venne ampliato nel corso degli anni grazie ad oggetti provenienti dagli istituti universitari, dai musei preesistenti, o donati da privati, come, la donazione fatta dagli eredi di Golgi di oggetti appartenutigli, di manoscritti, di appunti per le lezioni, di decorazioni accademiche italiane e straniere, del carteggio ordinato dal suo allievo Veratti e dell’attestato originale del Premio Nobel assegnatogli nel 1906.
Durante la guerra il Museo fu chiuso ed il suo contenuto trasferito in un luogo sicuro, mentre nell’immediato dopoguerra, grazie al rettore Fraccaro, accrebbe le sue collezioni, con numerosi cimeli, il ritrovamento di oggetti e documenti, e donazioni di grande valore.
In seguito fu ripristinata la comunicazione con il portico e il cortile che danno accesso all’Aula Scarpa, e al Museo venne annesso un ampio locale che avrebbe gli strumenti di Fisica, acquistati o fatti costruire da Volta e dai suoi successori come Configliachi, Belli e Cantoni.
Il biglietto d’ingresso intero costerà 5 euro, ridotto 3 e sarà gratuito per studenti Unipv, under 13, guide turistiche e giornalisti.
Maggiori info si possono avere scrivendo a museo.storico@unipv.it oppure telefonando a 0382 986916 e 03820984707.