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Prima che le foglie cadano

  • Paola Montonati

prima foglie 1Pavia ancora una volta portatrice di un messaggio artistico, non avulso dalla realtà, ma carico d’interpretazioni ed emozioni.

Con il vernissage venerdì 31 maggio alle 18.30 e fino al 23 giugno lo Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia ospiterà la mostra Prima che le foglie cadano, a cura di Simona Bartolena, nata da un progetto, sostenuto fin dallo scorso anno dalla Fondazione Cicogna Rampana di Palazzolo sull'Oglio, che vede gli artisti Marta Vezzoli, Camilla Marinoni e Giuseppe Buffoli confrontarsi con una tematica complessa.

Infatti il tema è quello di raccontare la guerra con un'opera visiva, e soprattutto di affrontare il dolore, la devastazione, la violenza ma anche l'assurdità di un conflitto senza cadere nella banalità di un'immagine didascalica.

Da sempre, in un secolo che ha vissuto due conflitti mondiali come il novecento, il confronto con l'evento bellico è stato inevitabile per gli artisti.

Il primo conflitto mondiale vide una straordinaria rivitalizzazione della produzione artistica, grazie al ruolo detonante delle Avanguardie che non misero a tacere l'arte, ma le diedero una voce forte e veemente, che si codificò nelle grida interventiste e bellicose dei futuristi, nell'urlo dilaniante degli espressionisti, ma anche nella carica distruttiva e irriverente del Dada.

E oggi, a più di cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale, ha sempre un senso che l'arte parli di guerra? Forse, infatti come prima risposta si potrebbe ricordare la triste verità che la memoria dell'uomo è evidentemente corta.

Infatti la coscienza del dramma non è sufficiente all'essere umano per non rimetterlo in scienza sempre con rinnovato vigore.

Così la solitudine, la paura, il dolore, l'alienazione, la rabbia, la menomazione fisica e psichica di un reduce diventano qualcosa di drammaticamente attuale, che ognuno di noi potrebbe trovarsi a vivere in situazioni ben meno gravi ma non per questo meno spaventose.

E quello che collega i lavori dei tre artisti in mostra è proprio il concetto non di raccontare la guerra ma l'effetto della guerra sull'uomo.

Partendo dalla lettura dei resoconti, degli studi e delle immagini sul primo conflitto mondiale Marta Vezzoli, Camilla Marinoni e Giuseppe Buffoli hanno raccontato la fragilità umana, mettendo in scena una sofferenza che riguarda ancora oggi non solo tutti i feriti di tutte le guerre, ma anche quelle combattute nella società civile di ieri e oggi.

La mostra sarà vistabile giovedì e venerdì  dalle 16 alle  19, sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.

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