Pavia Una mostra per Angelo Elio Barabino
Dal 24 febbraio al 12 marzo, presso il Broletto di Pavia, sarà presentata una personale di Angelo Elio Barabino: un viaggio attraverso il colore, dedicata all'artista genovese, nato nel 1935, fondatore nel 1987 del Gruppo 10.
L'esposizione sarà curata da Giuseppe Stafforini e Franco Bobbio Pallavicini in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia, e presenterà un'accurata selezione di opere che coprono l'intero arco creativo dell'artista, dagli anni Sessanta a oggi.
Tra nature morte, paesaggi, figure, interni, Barabino ha sperimentato nel tempo ogni strada del linguaggio visivo, fino ad arrivare a una pittura essenziale, ricca di tratti netti, decisi e puri, dove domina il colore, la materialità cromatica, che fa da filo conduttore.
“Le tele” dice il curatore Giuseppe Stafforini nel testo di presentazione alla mostra “prima ancora di essere utilizzate vengono sottoposte a un procedimento alchemico attraverso impasti di gesso di Bologna con terre, acqua, vinavil per consentire ai colori di meglio impregnarsi e rimanere fedeli a equilibri cromatici costruiti con assoluto rigore. Non liscia i suoi colpi di pennello per evitare che i colori si mescino. Usa molto spesso coppie di colori complementari contrastanti per conferire al dipinto la massima energia visiva. Così è facile vedere come il rosso dei fiori contrasti con il verde delle foglie unendo anche sprazzi di viola che intersecano i gialli, colori tra i più amati. Usa un metodo decisamente particolare. Sovrappone i colori con spalmature successive, senza mai mischiarle. Per fare ciò aspetta che il primo strato di colore si asciughi prima di procedere con nuove spalmature. Un quadro può rimanere in lavorazione anche per diversi mesi fino a ottenere l'intensità e la profondità d'immagine voluta e raggiungere la massima autonomia della forma e dell'espressione artistica. E' un metodo molto meticoloso che possiamo riscontrare in due illustri precursori: Cezanne e Seurat”.
Barabino s’interessa all'arte da piccolo e studia come autodidatta, fino a dedicare completamente la sua vita alla pittura.
Si lascia affascinare dall'impressionismo francese, conosciuto nel corso di un soggiorno parigino, per poi rivolgere la sua attenzione a un personale colorismo e nel 1987 fonda con altri autori genovesi il Gruppo 10, e frequenta per dieci anni i corsi dell'Accademia Linguistica di Belle Arti.
Non si è mai preoccupato di seguire le tendenze dell’Arte Contemporanea, e nella sua produzione artistica c’è la dimostrazione chiara e netta del concetto di Egon Schiele, secondo cui “l'Arte Moderna non esiste, l'Arte è stata eterna”.
La sua è una pittura contemporanea ricca di valori universali, tra armonia, colore, luce, materia, solarità, freschezza, persino nella rappresentazione di un frutto reciso dal ramo.