Pavia Gil Ferraro Cordo Cavalon
Dal 27 novembre al 24 dicembre, presso il Bar Sottovento, in via Siro Comi a Pavia, si terrà la personale di Gil Ferraro Cordo Cavalon, il cui titolo, che deriva da una lingua sconosciuta, significa Cuor di destriero.
Nato nel 1990 a Pavia, Riccardo Gil Ferraro, si è laureato all'Accademia di Belle Arti di Brera in pittura.
Con il passar degli anni ha scoperto il collage, una tecnica che l’ha affascinato enormemente, permettendogli di unire elementi di varie provenienze all'interno di un singolo dipinto, in linea col processo della condensazione, seguendo un processo onirico che permette di creare unità dalle diverse suggestioni della vita quotidiana, non dimenticando però anche le tecniche tradizionali, come ad esempio l'olio.
Il tema principale della sua ricerca è la Chimera, intesa come creatura nata da una condensazione psicologica del mondo onirico, che arriva dopo essere tornati nel Mondo Supero, il mondo dell'esperienza che viene considerata reale.
E con i suoi lavori Ferraro cerca di riportare alla vita e alla memoria le suggestioni del Mondo Infero,chiamato da alcuni mondo dei sogni, da cui nel corso dei millenni, l'umanità ha ideato innumerevoli mitologie e cosmogonie.
Oggi Ferraro vive e opera a Pavia.
In questa mostra saranno presentati nuovi e vecchi lavori, eseguiti tra il 2015 e il 2016, con tecniche che vanno dal digitale alla pittura a olio.
La punta di diamante di questa esposizione sarà il Trittico degli Alicorni, tre dipinti di grandi dimensioni che mostrano tre creature, incrocio tra il celeberrimo Pegaso, e il tanto agognato Unicorno, all'interno di altrettante stanze dall'atmosfera quasi claustrofobica, mentre dalle finestre si vedono paesaggi ignoti, solo delle piccole lampadine a dar luce al tutto.
Dice Ferraro della sua personale e della sua poetica “Dalle Ali di stoffa, occhi di bottone: sono proprio queste le chimere dei sogni, secondo me. In una città di forte gusto medievale, come Pavia, la mia città natale, non potevo far altro che sviluppare quel sentimento visionario tipico dell'epoca, contaminandolo con il gusto moderno e con una lieve influenza surrealista. La location d'altronde è perfetta, il Sottovento, che unisce mondano a intellettuale, proprio come la Surrealtà tanto cara a Breton: unione della realtà diurna e dell'inconscio. Si tratterà insomma di un bestiario personale, un indice di creature mostruose e proibite. Un riassunto dei miei viaggi nel Mondo Infero, prima di affrontare il viaggio seguente, come Dante all'Inferno, o come Astolfo sulla Luna”.
La mostra, presente l'artista, verrà inaugurata il 27 novembre alle 19.