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Next Vintage 2023 a Belgioioso

  • Paola Montonati

next vintage ottobre 2023Dal 13 al 16 ottobre al Castello di Belgioioso torna Next Vintage, per un viaggio nel tempo nei saloni del grande edificio settecentesco attraverso capi e oggetti che rappresentano la storia del costume della moda.

Si tratta di una passeggiata inusuale ma sempre molto divertente durante la quale la fantasia del presente  sarà solleticata più volte con ricordi, deja’ vu di emozioni e nostalgia che si trasformano in un invito imperdibile ad acquistare divertendosi.

L’esposizione elegante di stile e storia nell’atrio d’ingresso del Castello di Belgioioso sarà un omaggio al cappotto, che, un tempo relegato al guardaroba elegante, oggi sta vivendo una nuova realtà che lo vede protagonista assoluto anche di look attuali completati da un paio di sneakers coloratissime per sdrammatizzare la serietà del capo.

Oltre ai classici, che non tramontano mai, il cappotto donna  deve essere  scelto in base alla propria personalità e spazia tra tagli e lunghezze diverse, oltre a sperimentare  le tinte e tagli conservando dettagli particolari e non ha limiti, nemmeno temporali rifacendosi spesso ai modelli e alle forme degli anni passati perché la moda è sempre verde.

In questo modo la mostra collaterale Il cappotto: storia e mito di un classico intramontabile nell’atrio d’ingresso del Castello di Belgioioso offre una selezione curata dei migliori pezzi vintage provenienti dalla ricerca accurata degli espositori, che celebra non solo l’eleganza senza tempo del cappotto, ma anche la continua evoluzione della moda attraverso le ere.

Ma è anche un invito a esplorare l’intersezione tra il passato e il presente, tra l’eleganza classica e l’innovazione contemporanea, in un ambiente che respira storia e stile.

Sempre legata alla mostra collaterale, il 14 ottobre alle 17:30, si terrà una lezione sul cappotto sartoriale arricchita da diversi spunti cinematografici, Da Il cappotto (1952) alla moda vintage. Appunti di un capo icona intergenerazionale, infatti c’è un legame nascosto tra Pavia e il cappotto, grazie ad Alberto Lattuada che sceglie di ambientare il libro russo Шинель di Nikolaj Vasil’evič Gogol, ambientato a San Pietroburgo nella città lombarda.

La traduzione del titolo è poco fedele, dato che per lo scrittore russo si tratta di una mantella, ma il capo spalla classico riassume alla perfezione l’immagine neorealista che viene offerta la pellicola del 1952, dove il cappotto rappresenta uno status, una dichiarazione che ancor prima di essere di stile è la rappresentazione di sé nella piramide sociale.

Questa immagine definisce chiaramente la moda, o meglio, il costume dei primi 50 anni dello scorso secolo, prima della liberazione dalla regole borghesi di auto identificazione,  tematica che è stata affrontata all’interno del libro Pavia Ripresa (edito da Univers), un volume dedicato ai film girati a Pavia ricco di diversi approfondimenti, schede e interviste.

Partendo dal film ambientato a Pavia, con l’ausilio dei tre autori (Giacomo Aricò, Alessandro Peroni e Luigi Riganti), si racconterà l’evoluzione del cappotto nelle diverse epoche partendo dalle sequenze con il protagonista Renato Rascel tra classici e tendenze, per una serie di appunti su un capo che continua a segnare la storia contemporanea anche attraverso la riscoperta del vintage.

La storia di Belgioioso 

Il castello di Belgioioso fu probabilmente fondato da Galeazzo II nella seconda metà del XIV secolo in una proprietà dei Visconti nel territorio, dove in seguito sorse il paese di Belgioioso.

Il nome Belgioioso fu attribuito al castello per l’amenità del luogo e la felicità che un tempo recava il soggiorno in quella terra.

Il duca Gian Galeazzo II vi soggiornò ripetutamente, al punto che, con una lettera del 22 dicembre 1393, proibì la caccia ai cervi e a qualsiasi altra selvaggina fino a Bereguardo - Vigevano e Abbiategrasso.

Inoltre questo provvedimento fu citato anche nel testamento del 1397 in cui il Duca ordinava che, per la salvezza della sua anima, si edificasse un monastero, casa e chiesa certosina, sul territorio pavese “in loco turarsi de Mangano”, ma escludeva dalle donazioni ai certosini il parco presso il Castello di Pavia e le possessioni di Bereguardo e Belgioioso.

Non si sa quale fosse esattamente l’ampiezza del castello allora, ma si dice che il maniero fosse stato distrutto nel 1412 e poi ricostruito dopo l’uccisione del duca Gian Maria Visconti, figlio di Gian Galeazzo e di Caterina Barnabò.

Il successore Filippo Maria non soggiornò a Belgioioso come i suoi predecessori per i frequenti straripamenti del Po, il suolo arido e le scarse rendite e per questi motivi lo cedette come feudo nel 1412 a Manfredo Beccaria, che poco tempo dopo si ribellò e i suoi beni furono confiscati e affidati ad altri Visconti.

Nel 1431 Filippo Maria donò il feudo ad Alberico da Barbiano, poi venne aggiunto al castello il paese di Belgioioso, allora sede di un Vicariato di cui facevano parte le Pievi di Vaccarizza, Ospitaletto, Genzone, Pissarello, Spessa, Filigaria, Montesano, Torre de’ Negri, Gerenzago e San Zenone.

L’antichissimo ceppo dei conti di Cunio e di Barbiano era famoso in Romagna fin dall’XI secolo, dove governava i feudi imperiali di Cunio, Barbiano, Lugo, Zagonara, Bagnacallo, Fusignano e Donigallia.

Fra i vari conti di Barbiano il più noto fu Alberico il Grande, signore di vasti feudi che formò una compagnia di ventura e partecipò all’assedio e distruzione di Cesena per poi passare in Lombardia al servizio dei Visconti.

Nel Seicento la nobiltà, soggetta al dominio spagnolo, si dedicò a una vita lussuosa e la peste del 1630 non risparmiò il castello e la sua gente che furono vittime anche delle malversazioni di soldataglie prepotenti.

Alla fine del Settecento il castello fu ampliato e ricostruito e don Antonio Barbiano fece costruire la bellissima cancellata e abbellì quasi tutto il palazzo con i vasti giardini e le serre e nel 1769 fu nominato Principe del Sacro Romano Impero e di Belgioioso.

Il figlio Alberico XII era un amante dell’arte, ebbe come amici il Parini e il Foscolo e intraprese opere di bonifica, istituì scuole per i bambini dei coloni e si adoperò per migliorare la vita della popolazione, ma dovette vivere la distruzione dei suoi stemmi e armi nobiliari per ordine del Governo Francese.

Ormai in esilio, il principe passò i suoi ultimi anni in compagnia del Parini e del Foscolo, che assistette alla sua morte, avvenuta  il 17 agosto 1813.

Da splendida residenza di campagna oggi il castello di Belgioioso è un monumento di grande valore storico- artistico, da tramandare alle generazioni future, ma anche un efficace motore per lo sviluppo socio-economico e culturale del territorio.

Grazie all’Ente Fiera dei Castelli di Belgioioso e Sartirana, infatti, da anni il castello è la sede d’importanti manifestazioni culturali, mostre e fiere di livello nazionale, con un fitto calendario di appuntamenti che ogni anno richiama almeno 600 aziende espositrici e oltre 80.000 persone dall’Italia e dall’estero.

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