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La moda secondo Leonardo

  • Paola Montonati

moda leonardo 1Nell’anno del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, l’associazione Oltre Confine organizza, per domenica 14 aprile alle 15, un tour guidato dove, con l’aiuto di alcune tele esposte nella Pinacoteca Malaspina dei Musei Civici di Pavia, si esplorerà la moda rinascimentale alla corte degli Sforza.

Quali abiti, accessori e calzature, quali gioielli, cappelli e tessuti indossavano le dame e i gentiluomini nel Quattro e Cinquecento?

Caratteristica comune dell’abbigliamento maschile in quell’epoca erano le spalle larghe, maniche morbide, giacchette attillate, calzoni imbottiti sulle cosce.

A volte il vestito era unico, detto jerkin, con le maniche cucite al farsetto, spesso ampie e trapunte, con tagli dai quali era fatta uscire la camicia, ma altre volte erano larghe fino al gomito e strette al polso, dove potevano chiudersi a punta, circolare, con pizzi e merletti inamidati, che spesso erano di un tessuto diverso, a volte intercambiabili.

Il mantello a cappa, nel secolo precedente fatto di tessuto pesante e usato per ripararsi dal freddo, ebbe una funzione puramente decorativa, sostituito dal mantello a ruota, ora di tessuti ricchi e splendenti, a volte più lungo, fino alle ginocchia, con tagli sui lati o maniche.

L’abito femminile del Rinascimento vedeva l’effetto verticale modificato in orizzontale, con spalle quadrate e larghe e la profonda scollatura a V venne sostituita da un decolletè quadrato e alto, con un leggero rialzo al centro.

L'ampiezza delle scollature dipendeva dall'età e dalla posizione sociale della dama, infatti, le cortigiane spesso erano identificate con un ampio collo a barca, mentre le maniche persero molta della loro ampiezza, acquisendo più importanza nelle lavorazioni e nei ricami e in alcuni casi erano rigonfie all’avambraccio, in altri molto attillate.

In questo secondo caso si trattava della manica della sottoveste, poiché quella della veste era più ampia, rivoltata e fissata in modo da mostrare la fodera, molto spesso di pelliccia.

Il polsino arrivava fino alla punta delle dita, dalla parte del dorso della mano e, sotto, invece, si apriva a V a partire dal polso, in modo da lasciare liberi i palmi delle mani.

In via esclusiva e solo per il tour guidato, sarò esposta una pregevole scarpetta in velluto risalente al XV secolo, una calzatura di grande interesse storico-documentario, molto ben conservata e preziosa soprattutto per l’estrema rarità del reperto.

La scarpina venne rinvenuta intorno alla metà del secolo scorso durante alcuni lavori di ristrutturazione effettuati nel Castello Visconteo di Pavia.

Il tour durerà circa 2 ore e costerà 5 euro a persona più il biglietto d’ingresso al Museo, mentre sarà gratuito per gli under 26, gli over 70 e gli abbonati Musei Lombardia.

Il ritrovo si terrà presso la biglietteria dei Musei Civici, con l’ingresso da Viale XI Febbraio.

Maggiori info si possono avere telefonando al numero 3755709240 oppure scrivendo a visiteguidate@vieniapavia.it

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