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La mia prima volta con Fabrizio De André

  • Paola Montonati

lamiaprimavolta 1L'11 gennaio 1999 moriva Fabrizio De André: dopo vent'anni, è ancora vivo, e presente nell’immaginario collettivo italiano e non solo, partendo dalla sua Genova per arrivare alla Sardegna e al mondo mediterraneo di ieri e oggi. 

Per questa data, così fortemente simbolica, venerdì 11 gennaio, dalle 17, presso il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria sarà presentata in anteprima a Pavia, dove tutto è cominciato, la seconda edizione ampliata della raccolta di storie La mia prima volta con Fabrizio De André. 515 storie, a cura di Daniela Bonanni e Gipo Anfosso.

Sono un mosaico di storie, che raccontano la propria prima volta a Fabrizio De André. Nella struttura del come-dove-quando-con chi è successo, che da 305 sono diventate in questa edizione 515, dove ognuno ha la sua storia, il suo ricordo di Fabrizio da raccontare.

Cosi Fabrizio De André fa parte dell’immaginario collettivo, con la Buona Novella mischiata ai sampietrini nel tascapane di un fratello, il primo contatto in seconda elementare con i papaveri rossi e il soldato Piero, verso l’avventura con Anime Salve e altro ancora.

De Andrè si conferma il fil rouge che unisce vite e generazioni, ma così tanta è ancora la voglia di raccontare e raccontarsi queste storie, come dimostra il grande tour di presentazioni della prima edizione del libro, tutte su e giù per l'Italia, tra osterie, biblioteche, librerie e qualche festival letterario.

Con storie scritte da persone di ogni età, dai 10 agli 82 anni, tra persone comuni e personaggi famosi, come musicisti e stretti collaboratori di De André, tutti inseriti, rigorosamente e strettamente, in ordine alfabetico.

Questa edizione, oltre a un messaggio pieno d'affetto di Dori Ghezzi, sarà impreziosita da un’introduzione, accurata e appassionata, di Enrico de Angelis.

Venerdì 11 gennaio a Pavia saranno presenti i curatori, con gli autori delle nuove storie, che le leggeranno, e suoneranno i musicisti Lorenzo Riccardi e Matteo Callegari, e il trio Come le rose, formato da Viola Callegari, Cristiano Callegari e Clara Zucchetti, per l’omaggio a un grande cantautore della musica italiana del secondo Novecento.

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