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La grazia di Anna Santinello a Pavia

  • Paola Montonati

anna santi 1Dal 28 febbraio fino al 22 marzo, lo spazio per le arti contemporanee del Broletto di Pavia ospiterà la mostra “Il pensiero forte (grovigli e grida) ” dedicata all’arte di Anna Santinello, l’artista veneta di cui Giovanni Testori aveva detto nel 1991 “Nella fantasia della Santinello v'è qualcosa della florealità preistorica: dunque qualcosa di fortemente crudele e cannibalico che, proprio nel momento della sua massima e gioiosa bellezza, dischiude qualcosa d'altrettanto fortemente luttuoso e cimiteriale”.

La mostra, promossa dal Comune di Pavia, tramite una selezione di opera dell’artista racconterà il percorso artistico e culturale di una delle scultrici più interessanti degli ultimi anni, che nelle sue opere ha spesso usato il filo d’acciaio.

“Siamo lieti di ospitare Il pensiero forte (grovigli e grida) la personale dedicata ad Anna Santinello. Pittrice e scultrice di fama internazionale, è stata presente con sue opere in numerose mostre e musei del mondo; nel 2005 ha partecipato alla BIAB - Biennale Internazionale d'Arte di Pechino e a Open 2005, nell'ambito del Festival del Cinema di Venezia Lido; il 2011 la vede protagonista alla 54a Biennale di Venezia - Padiglione Italia - negli spazi delle Tese delle Vergini all'Arsenale, a cura di Vittorio Sgarbi. I suoi lavori, realizzati intrecciando fili metallici, denunciano il dolore, l'abbandono e la violenza subita dalle donne in una società che l'artista definisce in costante decadimento e rivolta più all'apparire che all'essere. Per questo, oltre a costituire un appuntamento di grande prestigio dal punto di vista artistico, l'esposizione di Anna Santinello rappresenta anche un importante momento di riflessione pubblica su queste dolorose tematiche” ha detto Giacomo Galazzo, Assessore alla Cultura del Comune di Pavia.

anna santi 2Nelle opere della scultrice viene raccontata la visione di un mondo che sembra spesso cadere in mille pezzi e perdere la propria identità, anche nel modo più doloroso possibile, finendo per essere un busto oppure un volto senza più tratti distintivi.

“Le mie opere” spiega la Santinello “nascono dall'incontenibile impulso di manipolare, scavare, ferire e creare nuovamente. Realizzo le mie sculture utilizzando fili di metalli di spessori diversi. Li intreccio senza seguire un progetto”.

Gli ultimi anni hanno visto la scultrice sempre più orientata verso il tema della donna violata dall’uomo, spesso con drammatiche conseguenze “Sono almeno venticinque anni che sviluppo questo tema, e continuo a sentirlo molto vicino. Dalle prime opere che modellavo con il filo in forma di corpi umani e che poi ricoprivo di tela grezza. Ben presto mi resi conto che era molto più incisivo lo “scheletro”, spetto all'opera finita con il rivestimento tessile esterno. Decisi così di portare a vista il metallo. E tolsi tutto l'involucro. Erano più espressivi i fili scoperti! Capii anche che il barocco “spontaneo” che stava dentro l'intreccio dei fili andava mitigato dall'asciuttezza di forme scultoree sintetiche, essenziali, quasi primordiali nella loro evidenza di archetipo, modellate vigorosamente senza mai indulgere nel dettaglio descrittivo. Nulla più di una forma semplice, ma fortemente evocativa, può essere efficace nel comunicare messaggi carichi di drammaticità e nel toccare le corde dell'inconscio. Tali opere divennero così l'esito figurativo di un percorso molto personale, assai lontano da qualsiasi impostazione accademica, immediatamente riconducibile a un'unica, inconfondibile cifra stilistica”.

La mostra è aperta dal giovedì alla domenica dalle 16 fino alle 19, l’ingresso è libero. 

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