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La Chiesa di San Lanfranco tra Medioevo e Rinascimento

  • Paola Montonati

chiesa san lanfranco 1Giovedì 18 gennaio, alle 17,30, presso l’Aula Foscolo dell’Università degli Studi di Pavia a Palazzo Centrale, si terrà la conferenza La Chiesa di San Lanfranco tra Medioevo e Rinascimento, con relatori i professori Simone Caldano e Monica Visioli dell'Università di Pavia e moderatore la professoressa Anna Segagni Malacart, già Ordinario di Storia Medievale all'Università di Pavia.

Simone Caldano racconterà della fase architettonica medioevale che vedeva una chiesa ad aula unica con transetto sporgente, interamente coperta da volte, ricorrente nel contesto dei monasteri vallombrosani, mentre della fase rinascimentale, che ebbe i suoi episodi più noti negli anni dell'abate Luca Zanachi e del commendatario Pietro Pallavicini di Scipione, si occuperà Monica Visioli che spiegherà la vicenda edilizia dei due chiostri, dotati di terrecotte architettoniche di grande qualità, e analizzerà l’arca di Giovanni Antonio Amadeo.

A Pavia una prima chiesa dedicata al Santo Sepolcro si trovava nella costa Fragonari, nei pressi del piccolo centro di Santa Sofia, a ovest della città, che il Funus monasticum, un codice appartenuto al monastero di San Lanfranco, dice essere stata edificata nel 1090.

Solo nel 1145 però i vallombrosani risultano ormai stabiliti nella nuova e definitiva collocazione, un cenobio isolato, ma più vicino alla città, immerso nei boschi della Valvernasca.

La chiesa fu eretta vicino alla via di collegamento con Pavia, dove viandanti e pellegrini potevano trovare ristoro presso l’hospitium del monastero, mentre nei primi anni fu Lanfranco Beccari a essere spesso ospitato in questo monastero, dove venne sepolto in fama di santità.

Nel 1236 avvenne la consacrazione della chiesa da parte del vescovo Rodobaldo Cipolla, un anno dopo l'erezione del campanile e nel 1257 venne completata la costruzione della facciata.

E’ nel 1476 che terminò la ricostruzione del chiostro Piccolo ad opera dello scultore e architetto Giovanni Antonio Amadeo, su commissione dell'abate Luca Zanachi.

Tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo numerose istituzioni monastiche pavesi dovettero accettare il regime della commenda, che spesso portò a un impoverimento, ma che nel caso di San Lanfranco fu invece occasione di una ripresa della vita del monastero, poiché il marchese Pietro Pallavicini de' Scipione allontanò i monaci corrotti e promosse la ristrutturazione dell'intero convento a uso dei dodici Confratelli rimasti.

Dopo aver fatto costruire un secondo cortile a est del primo, il marchese finanziò i lavori all’arca di San Lanfranco e la ricostruzione del presbiterio in forme rinascimentali.

Nel 1525, durante la Battaglia di Pavia, il complesso, scelto da Francesco I come base operativa, fu al centro di scontri e dovette subire i danni di un incendio.

Quando nel 1576 ci fu la visita apostolica di Angelo Peruzzi, su incarico del vescovo Ippolito De' Rossi, il monastero era in buone condizioni e nel Seicento avvenne la demolizione dell'ala meridionale del complesso, a causa di gravi problemi d’infiltrazione delle acque del Ticino.

Nel Settecento ci fu uno scontro tra i Vallombrosani e il cardinale commendatario Zondadari, per la questione dei lavori di ristrutturazione, al punto che vennero consultati ingegneri per verificare lo stato delle strutture della chiesa e fornire un preventivo delle spese necessarie.

Alla fine nel 1782 il procuratore e subeconomo Luigi Poggi fece demolire tre lati del chiostro piccolo, poi pochi mesi dopo fu soppresso il monastero, i cui beni passarono alla Confraternita dell'Ospedale San Matteo, e nel settembre 1783 fu istituita la Parrocchia.

L'evento è stato organizzato dall'Associazione Amici di San Lanfranco e da Confindustria Pavia nell'ambito del Progetto Crocevia d’Europa. Tra Pavia, Lodi, Milano, Como, ideato grazie a Regione Lombardia e a UnionCamere Lombardia.

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