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Italiani, al voto! Manifesti elettorali dal 1945 al 1953

  • Paola Montonati

italiani voto vigevano 1Dal 2 giugno al 1 luglio, presso le Scuderie del Castello Sforzesco di Vigevano, si terrà la grande mostra che proporrà ben 130 manifesti elettorali italiani, provenienti dalla Collezione Maurizio Cavalloni di Piacenza, che coprono gli anni che dal 1945 arrivano fino al 1953.

La mostra, intitolata Italiani, al voto!, è stata curata da Maurizio Cavalloni, promossa e organizzata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, in collaborazione con il Comune di Vigevano, per raccontare un periodo storico fondamentale per la formazione della Repubblica Italiana, quello immediatamente successivo alla fine della seconda guerra mondiale, in otto anni che hanno visto prima lo svolgersi del referendum istituzionale su Monarchia-Repubblica del 1946, quindi le elezioni politiche del 1948 e le amministrative del 1951, e alla fine la seconda tornata elettorale del 1953.

La rassegna avrà diversi livelli di lettura sia per chi desidera approfondire l’argomento storico, sia quello artistico o quello delle strategie comunicative.

Nella nuova Repubblica, il manifesto elettorale murale era il mezzo di comunicazione più usato con l’immagine, spesso disegnata a colori vivaci per invogliare l’attenzione del passante, che era un potenziale elettore, e gli slogan dovevano attrarre il lettore chiarendo con chiarezza l’ideologia e il programma del proponente, smitizzando in alcuni casi l’avversario.

Le tematiche in ogni caso erano di facile comprensione e le parole utilizzate dovevano essere semplici da ricordare, poiché era rivolte spesso a persone poco scolarizzate, se non in alcuni casi analfabete.

Con il passar del tempo i manifesti murali ebbero il compito di trasmettere i messaggi politici ed elettorali, in maniera molto più efficace della radio, il cui spazio dedicato alla politica quasi sparì nel periodo 1946 - 1948, dei giornali che erano letti da pochi allora e della televisione che iniziò a interessarsi alla propaganda elettorale solo nel 1960, con Tribuna politica.

Molto ricca nella mostra sarà la sezione dedicata alle elezioni del 1948, dove ci fu lo scontro tra la Democrazia Cristiana e il Fronte Democratico Popolare per il governo del primo parlamento repubblicano e in cui le forze in campo simboleggiavano da un lato De Gasperi, gli Stati Uniti, la Chiesa e il capitalismo, dall’altro Togliatti e Nenni con l’URSS e il comunismo.

Da un punto di vista formale, la DC usava molte più immagini rispetto al testo, spesso riassunto in uno slogan laconico, come il manifesto che presenta un soldato sovietico e la frase È lui che aspettate?, mentre il Fronte Popolare era molto più ricco di parole che d’immagini, usando il volto di Garibaldi su una stella rossa.

La mostra sarà accompagnata da una guida, con un saggio di Linda Barlassina e sarà visitabile da martedì a venerdì dalle 14 alle 18, sabato e festivi dalle 10 alle 19.30.

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