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I me murus a Broni

  • Paola Montonati

gino cremaschi 1Per il centenario della morte del poeta dialettale Gino Cremaschi, domenica 26 novembre alle 21 presso il teatro Carbonetti di Broni, la Compagnia dialettale dell’Oratorio di Broni proporrà I me murus, un recital dove, con la partecipazione del coro Amici della Montagna di Casteggio e del gruppo dei donatori di Voce AdoV, saranno recitata le poesie di Cremaschi, partendo dall’apertura della serata con un gruppo di bambini e bambine che presenteranno il poeta, recitando la poesia Prisintandam in cui Cremaschi si racconta.

I me murus è una delle più belle e delicate poesie in cui Cremaschi racconta i due grandi amori della sua vita: la poesia e la casola, simbolo del suo mestiere di muratore, di cui fu sempre fiero e orgoglioso.

Gino Cremaschi nacque a Broni il 3 maggio 1885 in una famiglia molto povera e,  anche se cimentò  in molte attività, il mestiere della sua vita fu il muratore.

Ma oltre ad essere un muratore Cremaschi nascondeva un grande amore per la poesia e al dialetto diede il ruolo di tradurre i suoi sentimenti, le gioie e i dolori di ogni giorno.

Come poeta Gino scrisse molto nel periodo 1908-1913, non tralasciando mai di raccontare anche i momenti importanti della storia di allora.

La sua fama arrivò a Pavia, Milano, Piacenza e Como, ma Cremaschi mantenne sempre la sua modestia e visse con umiltà l'inaspettato successo.

Quando morì, il 20 aprile 1917, una folla commossa gli diede l'ultimo saluto e vent'anni dopo la città di Broni gli dedicò un busto bronzeo, oggi in piazzetta San Francesco a Broni.

Il primo appuntamento del centenario si terrà domenica 19 novembre, alle 16 presso il Polo culturale di viale Matteotti, con la presentazione del libro Gino Cremaschi. Il poeta muratore cantore di Broni di Francesco Bergonzi, edito trent’anni dopo la pubblicazione dell’ultimo libro di poesie del Cremaschi e contiene una serie di componimenti editi e inediti del poeta.

Accanto alla versione originale in dialetto è posta la traduzione in italiano, per facilitare la lettura anche a quanti, soprattutto i giovani, non hanno una grande dimestichezza con il vernacolo, inoltre il libro è impreziosito da alcuni disegni del maestro Augusto Corbellini che raccontano le liriche.

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